L’ira di Antonella Viola: quella casa per i tunisini l’ho comprata io, ma Caritas e Cgil si prendono i meriti

12 Mar 2024 18:32 - di Vittorio Giovenale
antonella viola

L’immunologa Antonella Viola torna a far parlare di sè, ma non per questioni sanitarie, ma per una singolare rivendicazione.

La scienziata divenuta famosa per i suoi interventi, non tutti felicissimi, durante la pandemia, ha infatti scritto un post su Facebook per rivendicare la sua beneficenza. Una scelta poco elegante, visto che la beneficenza non andrebbe firmata, ma dettata dal fatto che Cgil e Caritas avevano “messo la firma” sulla sua iniziativa di solidarietà.

Assieme al marito, in modo fino a due giorni fa riservato, l’immunologa aveva comprato casa a una famiglia tunisina, con prole, costretta a dormire in auto, non trovando niente da affittare in provincia di Padova.

Di quella beneficenza – sembra per un equivoco nella comunicazione – si erano presi il merito sindacato Fillea Cgil, gli Avvocati di strada e la Caritas. Invece erano stati Viola ed il coniuge a rispondere all’appello di Asma e Nadir, una coppia di tunisini che con due bambini piccoli, l’autunno scorso si erano ritrovati a dormire in macchina perché nessuno voleva dare loro un appartamento in affitto, nonostante Nadir avesse un regolare stipendio.

Antonella Viola: “Indignata, casa ai tunisini l’ho comprata io”

Così, con la massima discrezione fino a ieri, l’immunologa padovana ed il consorte hanno deciso intanto di accoglierli nella propria casa, per circa un mese, in attesa di una soluzione stabile. Successivamente, aveva addirittura acquistato per la famiglia tunisina un alloggio in provincia di Padova – una casetta su due piani con un piccolo giardino – che hanno dato in affitto ad un prezzo equo alla famiglia tunisina.

”Avevo deciso di tenere questa cosa assolutamente privata e riservata, ma oggi l’indignazione è tale che mi sento di raccontare la verità”, ha dichiarato Viola in un post su Facebook, postando l’articolo che le scippa i meriti. 

“La situazione di questa famiglia – ha proseguito l’immunologa padovana – l’abbiamo risolta io e mio marito, senza ricevere alcun aiuto, in silenzio perché le cose importanti non si fanno per raccontarle, ma per il loro valore. E mai ne avrei parlato se non avessi letto queste falsità. Assurdo speculare sul dolore. Assurdo prendersi meriti inesistenti”.

La Cgil si è quindi scusata con Viola, addebitando ad un errore di comunicazione il loro messaggio, nel quale si voleva dar conto del fatto che anche la Fillea Cgil si era interessata alla vicenda.

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