L’Aquila capitale della Cultura 2026: il sogno diventa realtà. Biondi: saremo all’altezza del compito

14 Mar 2024 14:34 - di Alessandra Parisi

È L’Aquila la capitale della Cultura 2026. Con voto unanime della giuria presieduta da Davide Maria Desario, un sogno a lungo accarezzato è diventato realtà. Il capoluogo abruzzese, simbolo della rinascita dopo il terremoto ma anche un vero è proprio museo a cielo aperto, è stato premiato per il progetto “L’Aquila città Multiverso”, sostenuto da Rieti.

L’Aquila capitale della Cultura 2026

La cerimonia di proclamazione si è svolta nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano e del presidente della Giuria. Presenti il sindaco Pierluigi Biondi, che non nasconde l’emozione,  il presidente della Regione Marco Marsilio, immortalato in un abbraccio con il primo cittadino aquilano e il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi.

La città multiverso e le sfide del futuro

A scegliere l’Aquila, tra un totale di 10 città arrivate in finale, è stata la giuria presieduta da Davide Maria Desario e composta da Virginia Lozito, Luisa Piacentini, Andrea Prencipe, Andrea Rebaglio, Daniela Tisi, Isabella Valente. Parola chiave del dossier: la città multiverso. Che sfida la categorizzazione a senso unico di un territorio. Una città è molte città contemporaneamente e L’Aquila come poche altre rappresenta questa complessità. Sono cinque i ‘cardini’ con cui vengono declinati gli assi portanti del dossier di candidatura dell’Aquila;  ‘Multiculturalità, ‘Multidisciplinarità’, ‘Multitemporalità’, ‘Multiriproducibilità’ e ‘Multi-naturalità’. Che, a loro volta, formano l’unicum del segno identitario della città.

Biondi: “Saremo all’altezza del compito”

“Sono estremamente felice e orgoglioso per un riconoscimento in cui abbiamo fortemente creduto. Frutto di un viaggio iniziato nel 2021″. Così il sindaco Biondi che non nasconde l’emozione. “Anche all’epoca, in piena pandemia, giungemmo alla finale per l’assegnazione del titolo di Capitale della cultura 2022, poi conferito all’isola di Procida. Non ci siamo perduti d’animo. E da quel risultato abbiamo preso spunto per immaginare e mettere a punto una nuova proposta che fosse ancor più valida, convincente e affascinante. Proprio come il territorio dell’Aquila e quello delle aree interne non solo dell’Abruzzo e del Centro Italia ma dell’intero Paese”.

La cultura come identità e futuro

“Vi garantiamo che saremo all’altezza del compito che oggi ci assegnate”, ha detto ancora il primo cittadino che ha concluso il suo intervento con ‘Viva l’Italia”. Ricordando che l’Aquila  si avvia a celebrare i 15 anni dal terremoto, Biondi ha parlato di un riconoscimento “che non può essere un risarcimento, perché non può esserci un risarcimento. Ma rappresenta un elemento intorno a cui ricostruire il tessuto sociale della nostre comunità. La cultura non è un elemento accessorio nel percorso che stiamo facendo, è un elemento fondamentale e fondante. È il recupero dell’identità e voglia di emancipazione, ma anche proiezione nel futuro”. Un’identità che fa rima con coesione nazionale e supera “antistoriche logiche campanilistiche e distanze orografiche che anche grazie alla cultura possono essere ricucite”.

Marsilio: una vittoria sorprendente

Il governatore Marco Marsilio, reduce da uno straordinaria performance elettorale,  parla di un vittoria sorprendente. E ci  scherza su: “Due vittorie a così brevissima distanza… potrebbero non reggere lo coronarie!”. Un onore ma anche un grande impegno. “Da qui al 2026 lavoreremo molto per creare un cartellone di eventi che sia all’altezza di questo prestigioso riconoscimento. La Regione metterà risorse per dare sostanza a questi progetti. Ci faremo trovare pronti” assicura Marsilio. “Ben consapevoli che avremo tutti i riflettori accesi su di noi nel 2026”. A 15 anni dal sisma che rase al suolo la città, “si può ben dire che L’Aquila è viva e vitale. E sta vincendo la sfida della ricostruzione del suo rilancio”.

La soddisfazione del vescovo de L’Aquila

Anche il vescovo dell’Aquila dà voce alla gioia per il prestigioso titolo di Capitale della Cultura. “Non si tratta di un privilegio accordato alla Città, ma del giusto riconoscimento dei molteplici “meriti” acquisiti nel corso della sua storia”, sottolinea il cardinale Giuseppe Petrocchi sul sito dell’arcidiocesi. Di ‘notizia meravigliosa” parla Bruno Vespa, originario de L’Aquila. “L’Aquila meritava perché nel 2009, quando ci fu il terremoto, si disse ‘Tra dieci anni L’Aquila sarà Capitale della cultura’. Nel 2019 non eravamo pronti, adesso lo siamo. È un riconoscimento e risarcimento giustissimo”.

 

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