La lunare intervista di Elly Schlein: “Abbiamo perso in Abruzzo, ma ci sono belle notizie dall’Ue”
Lunare intervista di Elly Schlein a Repubblica, nel corso della quale la segretaria Pd parla di Europa per ridimensionare la sconfitta in Abruzzo. “Nonostante la sconfitta, c’è una gran bella notizia oggi: in Europa è stato raggiunto l’accordo sui diritti dei lavoratori delle piattaforme”, ha detto, argomentando poi sul fatto che il legame tra le due circostanze sta nel fatto che “sono sempre stata convinta che ai cittadini – a qualunque latitudine – interessino le cose concrete, in grado di offrire risposte ai loro bisogni”.
Schlein abbattuta per l’Abruzzo? Macché, “dall’Europa arriva una bella notizia”
E fa niente che la campagna elettorale della sinistra in Abruzzo abbia preso una piega di tutt’altro tenore, indulgendo in argomenti come la fake sui tre mari o sulla presunta eccessiva romanità di Marsilio. Schlein ha rivendicato che è sulle “cose concrete” che “anche qui in Italia, riusciremo a costruire l’alternativa alle destre, in vista delle prossime scadenze elettorali: una coalizione che si confronta e si unisce attorno a un progetto comune e a candidature credibili, diventando competitiva ovunque”. Sull’ipotesi di candidarsi alle europee, però, la decisione ancora non è presa: “Sulle liste non abbiamo ancora novità, stiamo lavorando alla costruzione della proposta, attraverso l’ascolto della società”.
Parola d’ordine: minimizzare. E salvare il campo largo
“Io non demordo, l’alleanza fra tutte le forze d’opposizione è un percorso avviato, sono sicura che ce la faremo”, ha assicurato Schlein, tornando sulla narrazione per cui “noi lottiamo per restituire diritti e per le giovani generazioni, Meloni e soci per favorire lobby e clientele”. Per quanto riguarda l’Abruzzo la linea seguita da Schlein è quella tracciata da subito, minimizzare l’innegabile sconfitta parlando di una scommessa riuscita sul campo largo. “La strada è tracciata”, ha detto Schlein, rivendicando una epica rimonta rispetto ai pronostici iniziali. “Certo non basta”, ha aggiunto, sostenendo però che “dimostra che ci siamo giocati la partita, divisi non sarebbe accaduto. Il dibattito per una volta è che il centrosinistra ha perso perché ha preso meno voti, non perché si è spaccato. Ci indica la direzione, spronandoci a insistere”.
La “necessità di allearsi perché nessuno di noi è autosufficiente”
Dunque, avanti così con Conte, con il quale è intercorsa una telefonata ieri pomeriggio rispetto alla quale Schlein ha riferito che “abbiamo tanto su cui lavorare. L’ho detto e ripetuto: noi siamo testardamente unitari”. La segretaria Pd poi è parsa voler mettere sul piatto i voti presi, per riaffermare una leadership del futuribile campo largo che finora le è stata scippata da Conte. Quanto al crollo del M5s ha detto che “ha sempre avuto risultati diversi a seconda del tipo di elezione, succede”. “Dopodiché – ha aggiunto – credo che allearsi sia una necessità perché nessuno di noi è autosufficiente. E spero che tale consapevolezza sia sempre più condivisa. Noi continueremo a seminare sapendo che è un lavoro di costruzione paziente. Non smarriamo la speranza e la determinazione, pronti a rilanciare in vista delle Europee e delle prossime regionali e amministrative”.
Il dribbling sul campo largo extralarge: “Ogni elezioni ha una sua specificità”
A domanda specifica di Giovanna Vitale, che firma l’intervista, sulla possibilità di replicare “il campo largo extralarge” anche in Basilicata, Piemonte e a livello nazionale, però, Schlein ha svicolato, rispondendo che “io penso che ogni tornata abbia una sua specificità, che varia anche a seconda della scala”. “Ha ragione Prodi – ha aggiunto – servono tanti contadini per arare il campo, dobbiamo puntare a una coalizione ampia e soprattutto coerente, in grado di fissare priorità comuni sui temi. Si può fare in altri territori e su altre scale. Ribadisco: uniti ce la giochiamo, divisi no”.
Quell’idea per cui l’importante è battere la destra, il resto poi si aggiusta
“A me le etichette non sono mai piaciute. Alla gente interessa se siamo in grado, o no, di offrire un’alternativa progressista alla destra. Abbiamo vinto in Sardegna, purtroppo perso in Abruzzo, ma non demordiamo: la strada è giusta”, ha poi aggiunto, commentando l’epitaffio funebre di Calenda sul campo largo. “Noi ci rivolgiamo a tutte le forze che si oppongono al governo Meloni: è un fatto matematico, prima ancora che politico. Con la politica abbiamo dimostrato che si può stare insieme, adottando un metodo. Continuiamo così e ci saranno delle sorprese”, ha proseguito, liquidando i problemi di compatibilità e le difficoltà a governare insieme che ne derivano dicendo che “se ti sei messo d’accordo prima sulle priorità, puoi governare e pure bene. L’avremmo fatto in Abruzzo se avessimo vinto, lo facciamo a Foggia, lo faremo in Sardegna”. Insomma, l’obiettivo strategico che emerge è sempre lo stesso: insieme per battere le destre, pure se poi si deve dar vita a un governo ad agibilità limitata.