La “Lotta Continua” della sinistra non ha pagato neanche in Abruzzo: serve un’opposizione riformista

12 Mar 2024 14:18 - di * Alfredo Antoniozzi

Abbiamo vinto nettamente le elezioni regionali in Abruzzo e per la sinistra si tratta di un fatto locale. Mentre le elezioni sarde (dove senza voto disgiunto avremmo comunque vinto) erano per loro più importanti di quelle del 1948. Ma si sa, questa è la sinistra.
La vittoria di Marsilio è un premio al buongoverno ma anche una serie di risposte politiche che non vanno sottovalutate.
Mi preme innanzitutto sottolineare il clima da “Lotta Continua” che pervade alcuni organi di informazione. Una sistematica azione di dileggio al governo e alle sue emanazioni che non risparmia nessuno, proprio come faceva il giornale diretto da Sofri. E mi chiedo se possa funzionare questo sistema che non è opposizione democratica.
I risultati giunti dall’Abruzzo danno grande conforto a Fratelli d’Italia e alla sua classe dirigente locale. Ma bocciano senza appello il cosiddetto campo largo che fa bene solo al PD. Chi ne paga di più le conseguenze sono i Cinquestelle il cui elettorato non sopporta l’alleanza con Renzi e Calenda. E ne escono male politicamente anche Italia Viva e Azione che più volte hanno mostrato coraggio nello smarcarsi dal massimalismo dei due partiti di sinistra e che non possono conciliarsi in un’alleanza indiscriminata che piace solo a Prodi.
Proprio Romano Prodi è la testimonianza di un fatto storico innegabile e cioè che una marmellata senza distinzioni può anche portare a vincere (seppure in realtà pareggiammo sia nel 1996 che nel 2006) ma non a governare.
L’Italia avrebbe bisogno di una opposizione riformista ma tutto questo non si intravede. C’è purtroppo solo una contrapposizione dettata più da fattori esterni ( condizionamento dei media) e non una visione alternativa dello Stato.
Noi non siamo arroganti, né manchiamo di rispetto alle forze politiche che hanno una legittimazione democratica. Semmai è l’inverso. Questa è un’Italia in cui non esiste più la sinistra tollerante ma un agglomerato di pensiero unico che gli italiani non sopportano. E che la terra di D’Annunzio e Flaiano non poteva tollerare una vittoria di forze massimaliste.
Il futuro ci dovrà fare confrontare con una realtà sempre più difficile ma anche ambiziosa. Fdi alle elezioni europee avrà un grande successo. In Calabria schiereremo un cavallo di razza come Denis Nesci e probabilmente un’altra sorpresa importante. E dovrà certamente raccogliere il messaggio di Giorgia Meloni che è quello di un’apertura ai nuovi ceri e a nuove realtà oltre che a tutelare e valorizzare donne e uomini da sempre ghettizzati perché non appartenenti al pensiero unico.

*Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera

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