Italia-Albania, l’accordo fa scuola. Piantedosi: “Abbiamo azzerato gli sbarchi da Tunisia e Costa d’Avorio”

15 Mar 2024 18:53 - di Maurizio Ferrini
accordo Italia Albania

«L’accordo tra Italia e Albania ha cambiato il paradigma nella gestione dei flussi migratori. Il fenomeno è globale e deve essere affrontato congiuntamente: questo è un tassello di politiche complesse che ha messo in campo il governo Meloni ed è un investimento, un nuovo modello di gestione replicabile». A dirlo Sara Kelany, responsabile del dipartimento Immigrazione di Fratelli d’Italia, introducendo il convegno Accordo Italia Albania. Un nuovo modello di cooperazione per la gestione dei flussi migratori, che si è tenuto nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.

Accordo Italia Albania, Filini: un modello sui flussi migratori

Francesco Filini, coordinatore dell’ufficio studi di FdI, ricorda che «si tratta del primo convegno organizzato dall’ufficio studi in questa legislatura. Ma già in passato abbiamo cercato di raccontare i temi che meritavano di essere approfondite. Iniziamo questo ciclo di convegni con uno dei più importanti provvedimenti presi dal governo Meloni. L’Italia con l’accordo con l’Albania – spiega Filini – si pone come modello sulla gestione dei flussi migratori». 

Con l’accordo, «è l’Italia che deve scegliere e deve gestire coloro che vogliono entrare nel nostro Paese», ricorda il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan. «È l’Italia che deve decidere chi può e chi non può sulla base delle leggi e non sulla base degli arrivi. Tantomeno possiamo subire le scelte fatte dai trafficanti di essere umani».

«Quello di cui si discute – dice il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti –  è una delle iniziative più importanti fra quelle da assumere, ovvero stipulare accordi con Paesi terzi per evitare che partano i migranti». Un accordo «perfettamente legittimo che sarà perfettamente operativo».

Accordo Italia Albania: tra Rama e Meloni un’intesa anche personale

«Rama e Meloni s’intendono anche dal punto di vista personale – spiega l’ambasciatore italiano a Tirana, Fabrizio Bucci – questo accordo per l’Albania è anche un investimento politico per il futuro. Rama ha voluto dimostrare che ormai è più europeo dei membri dell’Unione europea». E a questo proposito, sottolinea Bucci, «l’Italia assiste il percorso dell’Albania all’Unione Europea e il discorso non è se avverrà, ma quando».

Sollecitato dal moderatore del convegno, il giornalista di Libero Fausto Carioti, il coordinatore di Ecr-FdI al parlamento europeo, Nicola Procaccini ricorda come sono cambiate le cose anche all’Europarlamento.  «Io c’ero quando la Rakete veniva accolta con una standing ovation a Strasburgo. Con la vittoria del centrodestra in Italia sono cambiate le cose. Non è cambiata però la sinistra italiana».

Procaccini ricorda come esponenti della sinistra europea come il tedesco Scholz e il commissario Johansonn, hanno «benedetto l’accordo Italia Albania», a differenza del Pd. Un accordo che «è un tassello come lo è Italia-Tunisia, ma che cambia l’approccio. È troppo tardi affrontare la questione migratoria all’interno dei confini nazionali ed europei».

Piantedosi: abbiamo ridotto gli sbarchi del 70 per cento

Il ministro Matteo Piantedosi ricorda che l’accordo con Tirana è «un progetto fortemente innovativo da una parte, mentre dall’altra si inserisce in un quadro più ampio. Di politiche europee, come i rimpatri tempestivi. Le morti in mare ci addolorano, ma allo stesso tempo ci spingono ad andare avanti su questa strada».

E, sugli sbarchi ridotti drasticamente a un terzo rispetto all’anno precedente, il responsabile del Viminale rivendica: «È la prova che le misure del governo funzionano». Per il sesto mese di fila calano gli sbarchi rispetto ai mesi precedenti. La Costa d’Avorio era la principale nazionalità, quest’anno si è azzerata. Siamo andati in Costa d’Avorio, abbiamo avviato punti di controllo delle loro frontiere. Ad oggi è così. Stessa cosa dalla Tunisia. Si è praticamente azzerato nei primi tre mesi 2024. Anche l’accordo con Tunisi sta funzionando».

«La Tunisia – ricorda il responsabile del Viminale – ha fermato le partenze di 19mila persone, la Libia duemila. Nonostante quello che si dice, le iniziative stanno funzionando».

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