Il cardinale Zuppi “benedice” l’ateo Vauro e scatta l’elogio del ‘comunismo buono’
Il diavolo e l’acqua santa, un abbinamento classico, pressoché scontato: a Bologna il convegno che ha visto insieme il vignettista Vauro e il cardinale romano Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, ha sorpreso solo i più distratti.
Zuppi, che nasce nella Comunità di Sant’Egidio, ha partecipato senza imbarazzi all’incontro, dal titolo “Satira e religione”, che si è tenuto all’Archiginnasio. Fedele alla linea del pontificato di Bergoglio, a casa dei mangiapreti ha scelto di prendersela con i credenti. Secondo la bislacca logica che è meglio un ateo (non devoto) come Vauro, che un fedele cattolico. «Uno sconvolgimento c’è stato, perché ci sono tanti papalini che vogliono mettere al Papa i puntini sulle i. Purtroppo a me non fa ridere», ha detto Zuppi, dialogando con Vauro che, da ateo e comunista dichiarato, si era appena dichiarato “papalino”.
Motivi molto poco ideali, ma brutalmente tattici, viste le nostalgie filo-sovietiche di Vauro Senesi, che ha stappato lo spumante per l’invito del Papa a Zelensky di alzare bandiera bianca.
Un duetto che, fra numerosi siparietti, ha toccato anche l’attualità. “Il nemico non è mai l’altro, la persona”, ha detto Zuppi, invitando a fare differenza “tra peccato e peccatore. Non è mai il peccatore il nemico. È una distinzione fondamentale, perché se non c’è questa io potrei pensare che il problema sono tutti i russi, per fare un esempio. Dobbiamo combattere le inimicizie, come si arriva a quello. Stiamo assistendo a un pericolosissimo assuefarsi alla logica del nemico”.
Alla domanda se il convegno sia una riunione di cattocomunisti, Zuppi precisa con un ragionamento molto articolato che in fondo c’è anche un “comunismo buono”.
Peccato che Vauro non abbia mostrato alcune delle sue vignette sui pontefici e sulla religione cattolica, da Giovanni Paolo II a Ratzinger, passando per il disegno dello stesso Bergoglio che si tocca scaramanticamente gli attributi nel giorno della morte di Ratzinger. Sarebbe stato interessante sentire il commento anche su quelle vignette oltre che sugli “odiati” papalini.