Giulia Tramontano, parla la sorella: diceva che il cibo aveva un sapore strano e che l’acqua odorava di candeggina
In aula, al processo per l’omicidio di Senago, la parola passa alla sorella di Giulia – uccisa a coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello, nel loro appartamento il 27 maggio del 2023 – e che, tra ricordi e testimonianze che hanno la forza che nasce dal dolore e la potenza dell’accusa, ripercorre il calvario attraversato dalla vittima in quello che avrebbe dovuto essere un periodo di gioia e di vita. Ma che invece si è trasformato giorni di veleno somministrato a poco a poco, culminati poi in un efferato omicidio…
Omicidio Tramontano, in aula è il giorno della testimonianza della sorella di Giulia
«Mia sorella diceva che l’acqua che assumeva aveva uno strano odore di candeggina… Beveva tantissime tisane ma non le davano sollievo. Tutto quello che mangiava aveva iniziato ad assumere un sapore strano». E questo è solo una delle tante, diverse ricostruzioni della sorella di Giulia. Solo uno dei passaggi della testimonianza di Chiara Tramontano in aula. Secondo l’accusa, rappresentata dalle pm milanesi Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, l’imputato, il compagno della vittima, Alessandro Impagnatiello, avrebbe avvelenato per mesi la giovane incinta del piccolo Thiago, prima di finirla straziandone il corpo a colpi di coltello.
La sorella di Giulia Tramontano: «Diceva che il cibo aveva un sapore assurdo, e che l’acqua odorava di candeggina»
Parla Chiara Tramontano, racconta, ricorda… Soprattutto la sorella e i suoi tormenti, il suo malessere fisico, i suoi dubbi vinti in nome di un amore e di una gravidanza che non avrebbero mai avuto futuro. La sorella racconta dell’ultimo Natale trascorso in famiglia e dei «dolori fortissimi allo stomaco… Lei stava malissimo, soffriva terribilmente. Aveva la borsa dell’acqua calda sempre con sé, e quei dolori la stavano spegnendo» aggiunge. Poi, torna ancora più indietro nel tempo nella memoria, e nel breve passato di Giulia che i tragici eventi avrebbero segnato come l’ultimo capitolo della sua giovane vita…
Quella gravidanza tormentata, la decisione di abortire con Giulia che si sentiva già mamma…
«A inizio dicembre ricevo una foto di mia sorella in bagno – prosegue la sua testimonianza la sorella di Giulia –. E lo scatto che ritrae il test di gravidanza con la risposta positiva… Vedo le sue lacrime e le chiedo se sono lacrime di gioia o di paura; la sua paura era tutta concentrata sul pensiero di come lui avrebbe accolto la notizia dell’arrivo di un bambino. Ed è così che si rivelerà: è una brutta notizia perché il bimbo non era gradito. Lei era infelice e triste, perché già si sentiva mamma»… Chiara Tramontano, sorella di Giulia uccisa a coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello, racconta così la notizia dell’arrivo del piccolo Thiago: un misto di gioia e paura che non lasciavano presagire nulla di positivo…
«Poi Impagnatiello ci ripensò, e per noi familiari fu un attimo di quiete…»
È ferita Chiara, addolorata. E nella sua deposizione in aula la giovane non pronuncia mai il nome di chi siede con la testa bassa dietro le sbarre. Lo chiama sempre «l’imputato». Oggi tocca a lei, la sorella minore, ricostruire l’incertezza di quei mesi. La decisione di abortire. E la difficoltà di accettare quella scelta. «Una ragazza del Sud che aspetta un figlio non è mai sola. Non capivamo come due stipendi non potessero bastare per crescere un figlio», sottolinea. Poi, nella data del presunto aborto «c’é stato un ripensamento di lui: cambia idea, dice di desiderare quel bambino. È stato come buttare acqua sul fuoco, ha portato un po’ di quiete anche a noi familiari, che eravamo pronti a supportarli».