E’ morto Maurizio Pollini, leggenda del pianoforte. Sangiuliano: “Ha conquistato i teatri del mondo”

23 Mar 2024 14:34 - di Gabriele Alberti
Maurizio Pollini

E’ morto il pianista Maurizio Pollini, una delle leggende del pianoforte del Novecento. Il maestro aveva 82 anni. Ne dà notizia il Teatro della Scala di Milano, che “piange” la sua scomparsa: “uno dei grandi musicisti del nostro tempo. Riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant’anni”, si legge nella nota del Teatro milanese. “Il Sovrintendente Dominique Meyer, il Direttore Musicale Riccardo Chailly, i professori dell’Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia. La camera ardente del Maestro Pollini si terrà al Teatro alla Scala”, conclude la nota. Pollini era noto per la sua tecnica magistrale e per la sua continua ricerca della perfezione in tutto il vasto repertorio che eseguiva.

Mattarella: “Maurizio Pollini, un poeta del pianoforte”

Desidero esprimere il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Pollini: pianista insigne, interprete rigoroso e ispirato di straordinarie pagine musicali. Riferimento di generazioni di musicisti di tutto il mondo. Un poeta del pianoforte che nei suoi lunghi anni di straordinaria carriera ha dato lustro all’Italia sulla scena artistica internazionale. Alla sua famiglia esprimo le mie più sentite condoglianze”. Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La Russa: “Grande lutta per la musica”

“La scomparsa del pianista e direttore d’orchestra Maurizio Pollini costituisce un grande lutto per la musica italiana che ha saputo rappresentare al meglio di fronte a tutto il mondo. Dotato di impressionante talento, è stato un protagonista della Scala di Milano. Le condoglianze, mie personali e del Senato della Repubblica, ai suoi cari”. Così il Presidente del Senato Ignazio La Russa.

Maurizio Pollini, Sangiuliano: “Uno dei più grandi del secondo Novecento”

Allievo di Carlo Lonati e Carlo Vidusso, protagonista assoluto della scena concertistica internazionale fin dalla vittoria, diciottenne, al concorso Chopin di Varsavia nel 1960. Pollini ha lasciato un segno indelebile, un marchio distintino nella lettura della musica. Estato un interprete capace di rivoluzionare la percezione di autori come Chopin, Debussy e lo stesso Beethoven. E promuovere con infaticabile dedizione l’ascolto delle avanguardie storiche, sopra a tutti Schönberg, e della musica d’oggi. Accanto alla sua grandezza di strumentista resta fondamentale la sua testimonianza sul ruolo stesso della musica:  intesa come componente essenziale della cultura e della vita civile e come strumento di trasformazione della società. “L’Italia piange la sua scomparsa, interprete straordinario e uno dei più grandi pianisti del secondo Novecento. Con la sua musica per oltre mezzo secolo ha affascinato e conquistato le platee dei teatri del mondo intero”. Sono le parole del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Alla Scala 168 volte

Dal debutto l’11 ottobre 1958 all’ultimo recital il 13 febbraio 2023: Pollini ha suonato alla Scala 168 volte, cui si aggiungono gli incontri con gli studenti e le partecipazioni a giurie e convegni. Dopo i primi concerti diretti da Thomas Schippers e Sergiu Celibidache, con la serata del 23 ottobre 1969 prende avvio la collaborazione con Claudio Abbado; destinata a segnare la storia dell’interpretazione, ma anche la storia culturale della città di Milano. Il comune impegno per allargare il repertorio, in particolare alla seconda scuola di Vienna e alla nuova musica; si coniuga a un eguale impegno ad allargare le platee in linea con l’impostazione di Paolo Grassi, che in quegli anni sviluppava nuove politiche per coinvolgere tutta la città nelle attività del Teatro.

I recital memorabili di Pollini

Fondamentali anche le collaborazioni con Riccardo Muti e poi con Daniel Barenboim e Riccardo Chailly. Ma nel corso dei decenni si ricordano anche concerti con Carlo Maria Giulini, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Al rapporto costruito negli anni con i musicisti scaligeri, sia in veste di Orchestra della Scala sia soprattutto in veste di Filarmonica, si aggiungono le apparizioni con grandi orchestre: come i Wiener Philharmoniker (con Abbado) e il Gewandhausorchester di Lipsia (con Chailly); e numerose compagini, dedicate alla musica d’oggi, in particolare nei ‘Cicli Pollini’, promossi da Stéphane Lissner: l’Ensemble Intercontemporain, il Klangforum Wien, la Musikfabrik Köln, l’Experimentalstudio SWR. Nel campo della musica da camera – ricostruisce l’Adnkronos- lo ricordiamo in particolare accanto a Salvatore Accardo, Toby Hoffmann, Margaret Batjer e Rocco Filippini. Ma al centro dell’ininterrotta presenza scaligera di Maurizio Pollini ci sono soprattutto i recital: dallo storico ciclo con le 32 sonate di Beethoven nel 1995 al sempre attesissimo concerto annuale in cui ricorrevano le stelle fisse del suo universo musicale: oltre ad alcune occasioni bachiane, Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy, Schönberg, e Nono.

Addio al pianista-intellettuale dalla tecnica perfetta

Era malato da tempo e per questa ragione aveva cancellato gli ultimi concerti in programma. Musicista a tutto tondo, era stato anche direttore d’orchestra. Pollini suscitò grande scalpore al Concorso Chopin di Varsavia, nel 1960, da cui uscì vincitore: per la sua esecuzione di 4 difficilissimi e complessi Studi di Chopin. Tanto che il celebre pianista Arthur Rubinstein, componente della giuria, disse: “Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi!”. E il critico musicale esperto di pianismo, Piero Rattalino, presente all’esecuzione, aggiunse: “Questo giovane, o diventerà il più grande pianista del mondo, o finirà in manicomio!“. Pollini non finì in manicomio e divenne certamente uno dei più grandi pianisti del mondo. Allievo dei corsi di perfezionamento di Arturo Benedetti Michelangeli, il quale diceva che c’era “ben poco da insegnare a Pollini”. Iniziò quindi un’importante carriera concertistica che lo portò nelle più importanti sale di tutto il mondo; con le maggiori orchestre europee, americane e asiatiche. Il suo repertorio spaziava da Bach, Mozart e Beethoven a Chopin, da Schubert a Schoenberg; fino a Stockhausen, Manzoni e Sciarrino. Il compositore Luigi Nono scrisse appositamente per Pollini ‘…Sofferte onde serene…’; dedicando lo spartito al pianista e alla moglie Marilisa Marzotto, anche lei pianista.

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