Crollo delle nascite, colpo di genio di Prodi: più immigrati. Peccato che anche loro fanno meno figli
Allarme demografia, crollo inesorabile delle nascite con previsioni catastrofiche in tutta Europa ma soprattutto in Italia. La fotografia dell’ultimo report dell’Istat registra numeri record di denatalità: i nati residenti in Italia sono 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022). La diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%),
Il dossier è al centro del dibattito mondiale e in cima alle priorità e alle preoccupazioni del governo Meloni, nessuno ha la bacchetta magica, vista la complessità di un fenomeno che viene da lontano, ma per Romano Prodi, anima bella della sinistra che non si rassegna alla pensione, la ricetta è una sola. E non brilla per originalità né per realismo.
Il crollo delle nascite e il colpo di genio di Prodi
In un lungo editoriale sul Messaggero dal titolo “La crisi demografica e il ruolo dei migranti”, il Professore sale in cattedra e pontifica sulla missione salvifica degli immigrati, le risorse di boldriniana memoria. Proprio così, un Prodi versione marziana non trova di meglio che aggrapparsi all’immigrazione per offrire una via d’uscita. E, già che si trova, denunciare la pericolosa postura della destra che giocherebbe a “picchiare duro ” contro gli immigrati per vincere le elezioni.
L’utopia del ruolo salvifico dei migranti
La lunga premessa, fiumi di inchiostro su dati, numeri e statistiche, lascia già presagire la conclusione. “Si nasce sempre meno, in tutti i paesi e in tutti i continenti. Ma la popolazione del globo continuerà a crescere fino alla fine del secolo, perché si vive più a lungo e perché, quando si parte da livelli elevatissimi di fecondità, come in Africa e in molti paesi asiatici, occorre molto tempo per arrestare la crescita”. Ecco la chiave di volta, spalancare le porte ai migranti, ingaggiando con il resto del mondo, per riempire le falle di un Occidente che non fa figli.
L’Istat smentisce la lezione prodiana
E allora se la rivoluzione demografica ha tempi diversi nelle diverse parti del mondo arriva il colpo di genio, “prendersi cura degli immigrati dei quali abbiamo bisogno”, un antico pallino della sinistra mondialista smentita dai numeri. Sedotto dalla sua utopistica previsione, il padre nobile della sinistra che sogna l’Ulivo 2.0, deve aver trascurato un dato. Il crollo delle nascite in Italia, per la prima volta dall’unita d’Italia al di sotto della soglia di 400mila (6 nuovi nati per 1000 abitanti) coinvolge anche gli stranieri. Dati Istat: la riduzione della natalità riguarda indistintamente nati di cittadinanza italiana e straniera. Questi ultimi, pari al 13,3% del totale dei neonati, sono 50mila, 3mila in meno rispetto al 2022.
Il vecchio pallino della sinistra mondialista
Per Prodi invece “una seria riflessione su tutti i dati disponibili e su tutte le possibili evoluzioni future ci spinge invece a concludere che, nel corso della prossima generazione, si aprirà una concorrenza mondiale per attrarre gli emigranti. Un cammino reso inevitabile dai cambiamenti del mondo”. Insomma, di fronte alla miopia degli altri, Prodi sentenzia: “Ne dobbiamo prendere atto cominciando a prenderci cura degli immigrati dei quali abbiamo bisogno oggi. Preparandoli non solo a esercitare le funzioni che debbono svolgere, ma aiutandoli a diventare membri permanenti della nostra comunità”.