Cortei, G7 e crisi internazionali: i timori di Meloni su “un clima che ricorda anni difficili”
“C’è un clima che non mi piace e mi preoccupa, e di cui mi sento responsabile perché parte di questo clima dipende dal fatto che c’è la necessità di attaccare la sottoscritta e questo governo”. Nel corso dell’incontro con i sindacati di polizia, che si è tenuto a Palazzo Chigi, il premier Giorgia Meloni si è soffermata anche su una riflessione di scenario, che va oltre e insieme ricomprende i singoli episodi di tensioni di piazza che si sono registrati nell’ultimo periodo e per i quali ha ribadito la vicinanza dell’esecutivo agli uomini e alle donne in divisa.
Meloni ai sindacati di polizia: “Clima che mi preoccupa nell’anno del G7”
Si è trattato di un ragionamento che guarda al contesto complessivo in cui questo “clima” si inserisce e che “mi preoccupa – ha chiarito Meloni – in un anno particolare, abbiamo la presidenza del G7, sarà un anno molto impegnativo, che investe la nostra credibilità sul piano internazionale e vedo toni che mi ricordano anni molto difficili per la nostra nazione”.
Il confronto sulla gestione della piazza
Complessivamente, ha ricordato ancora Meloni, la gestione della piazza ha riservato poche criticità: il 97% delle manifestazioni si è svolto senza criticità, che dunque si sono registrate solo nel 3% dei casi. E questo, ha sottolineato il premier, dimostra l’ottima gestione dell’ordine pubblico e la vostra capacità di proteggere i siti sensibili. Quanto a casi come quello di Pisa, valgono le parole del ministro Piantedosi e del capo della Polizia, che da subito hanno assicurato verifiche e piena collaborazione con l’autorità giudiziaria per far emergere errori o abusi.
L’attenzione sui “cattivi insegnamenti per i più giovani”
Per il premier, secondo quanto emerso, è importante contrastare “una mentalità che vuole instillare nei più giovani” l’idea che “ci sono regole che possono non essere rispettate, come alcuni opinion maker affermano”, che “spesso porta in un vicolo cieco”. Bisogna evitare, dunque, “cattivi insegnamenti per i più giovani”, tenendo anche presente che le crisi internazionali “porteranno ad aumentare le proteste” e che il governo vuole “continuare a garantire i diritti a manifestare ma nel rispetto delle regole” e quindi “serve la buona volontà di tutti”.
Dal daspo alle body cam: le richieste degli agenti al premier
Per l’esecutivo, oltre alla premier, all’incontro hanno partecipato anche il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, quello dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Prendono parte all’incontro i rappresentanti di Siulp, Sap, Siap, Federazione Coisp-Mosap, Fsp Polizia di Stato ES-LS-Consap-M.P., Silp Cgil, Cocer Arma Carabinieri, Cocer Guardia di Finanza. I sindacati hanno giudicato positivamente l’incontro, chiedendo al premier, tra l’altro, misure che possano accompagnare una più efficace gestione dell’ordine pubblico, continuando a garantire la libertà di manifestare nelle forme previste da legge e Costituzione, dalle body cam e i droni che riprendano dall’alto le manifestazioni al daspo per i violenti.