Bernini: “I ragazzi che impediscono di parlare non sono compagni che sbagliano, ma nemici della democrazia”
Cresce l’antisemitismo nelle università. La ministra Anna Maria Bernini lancia l’allarme e in una intervista a “Repubblica” spiega cosa si può ricavare dall’incontro con i rettori: “Abbiamo condiviso una stessa preoccupazione e registrato una comune condanna della violenza. Per gli atenei è un momento delicato- spiega la titolare del dicastero dell’Università e della Ricerca-. Segnato da un crescendo di episodi di intolleranza, come riflesso del quadro internazionale. Sono spazi dove non solo si acquisiscono saperi, ma si diventa cittadini. E’ interesse del Paese salvaguardare questi luoghi di democrazia”. Eppure il livello di scontro e di antagonismo sta raggiungendo vette preoccupanti. La Bernini invita a “non drammatizzare ma neanche a sottovalutare”. Gli scontri di Bologna, i fatti di Napoli contro Molinari e della Sapienza di Roma contro Parenzo stanno dimostrando che è bene non cadere nei due estremi indicati dal ministro.
Bernini: “I ragazzi che impediscono di parlare non sono compagni che sbagliano”
“Negli atenei c’è consapevolezza, ognuno con la sua storia- spiega-. Ma è cruciale anche che la politica faccia la sua parte. Una dialettica, anche vivace, nelle università è una ricchezza. Il vero discrimine, inaccettabile e invalicabile, è la violenza” Su questo punto Bernini è molto chiara: impedire a qualcuno di parlare è l’opposto della democrazia”. Per questo si appella a tutte le forze politiche, il suo appello a di ampio respiro e dovrebbe essere condiviso. Almeno questo è l’auspicio. “Formalmente sì, ma faccio un appello anche alla sinistra – dice la ministra- . Se è vero che condividiamo, sulla crisi in Medio Oriente, la necessità di salvaguardare la prospettiva dei ‘due popoli due Stati’; e anche una critica alla sproporzionata reazione di Netanyahu, è anche vero che occorre fare i conti con chi confonde questa critica con l’antisemitismo”.
Bernini: “Coniugare libertà di espressine e sicurezza”
Bernini mette bene in chiaro nel corso dell’intervista che i ragazzi che impediscono di parlare “Non sono ‘compagni che sbagliano’, sono nemici della democrazia. Auspico che la sinistra, che ha nel dna la battaglia contro l’estremismo, sappia fare la sua parte”. Nessuna misura straordinaria è in cantiere. La ministra fa notare che “il governo, diversamente da altri, non vi ha fatto ricorso, come per il divieto delle manifestazioni. E un segnale di forza che vale anche per le università: nessuna logica emergenziale. Ma serve uno sforzo per una consapevolezza comune”. Osserva poi che è nella “piena autonomia degli atenei attivare dispositivi per fare in modo che altri atti casi di intolleranza e antisemitismo di non si ripetano” E al cronista che chiede se ciò significhi polizia nelle università, risponde:
“L’unica contrazione di libertà che vedo è quella di chi ha impedito di parlare al direttore Maurizio Molinari, a David Parenzo o a Chiara Saraceno. O la violenza verbale verso quel monumento vivente di democrazia che è Liliana Segre. L’unica strada percorribile è coniugare libertà di espressione e sicurezza”. E’ quindi necessario “separare i professionisti della protesta dagli studenti, per impedire che questi episodi si ripetano. Significa garantire l’esercizio della libertà nella sicurezza. Ho molto apprezzato i ringraziamenti alle forze dell’ordine- ha aggiunto Bernini- . Le università non sono ‘zone franche’ dove vige il principio di extraterritorialità”.