Balvano 1944, strage sul treno: oltre seicento morti. Una tragedia dimenticata su cui ora fa luce un libro-inchiesta
Il 3 marzo 1944 a Balvano, in Lucania, ebbe luogo la più grave tragedia ferroviaria della storia. Più di 600 persone morirono, avvelenate dal monossido di carbonio prodotto da due locomotive a vapore che trainavano il Treno 8017: un treno merci che non avrebbe dovuto aver passeggeri a bordo. L’incredibile incidente poteva aver luogo solo nel 1944: solo in quell’anno, uomini, donne e ragazzi dalle aree campane davano letteralmente l’assalto a qualunque cosa si muovesse sui binari in direzione Lucania e Puglia. E lo facevano per fame. La linea Battipaglia-Potenza-Metaponto nel 1944 costituiva l’unico collegamento ferroviario utilizzabile tra Tirreno e Ionio e Adriatico ed era gestita dagli Alleati, utilizzando il personale italiano.
In galleria per cinque ore
Il Treno 8017, dopo un viaggio iniziatosi a Napoli circa 12 ore prima, era partito dalla stazione di Balvano cinquanta minuti dopo la mezzanotte di quel 3 marzo 1944, con ambedue le locomotive in testa, al traino di ben 45 carri: una composizione non regolare e, soprattutto, pessima per la concentrazione dei fumi di scarico nelle gallerie per coloro che erano a bordo. Il treno giunse all’interno della Galleria delle Armi. Ma poco dopo l’ingresso nel tunnel rallentò, poi fermandosi. E lì rimase per ben 5 ore. Il tremendo bilancio della tragedia fu conseguenza del ritardo dei soccorsi, come ora dimostrato del libro “Il disastro dimenticato Treno 8017 Balvano 1944” di Gian Luca Barneschi.
Responsabilità umane per la tragedia, non del carbone
Data la situazione geopolitica la censura operò immediatamente (come emerso nel dopoguerra) e persino l’indagine penale patì i condizionamenti dell’epoca: il Procuratore del Re di Potenza dispose l’archiviazione, individuando quale unico responsabile il carbone di cattiva qualità fornito dagli Alleati: un’aberrazione giuridica della quale persino altri magistrati ebbero a stupirsi. Così la tragedia di Balvano divenne per sempre una strage con molti colpevoli e nessun responsabile. La leggenda del carbone scadente si consolidò, ma qualunque tipo di carbone avrebbe avvelenato i passeggeri del Treno 8017, che attesero per 5 ore i soccorsi. La causa fondamentale della tragedia fu anche quella di aver continuato a far circolare il Treno 8017, considerandolo e gestendolo come un merci, ignorando che a bordo ci fossero centinaia di persone.
Il libro di Barneschi sul disastro dimenticato
Con il tempo fu anche distrutta ogni documentazione esistente: ma ciò che non era sparito in Italia è stato rinvenuto da Barneschi in archivi riservati e a Londra, desecretando i microfilm contenenti gli atti dell’indagine svolta dalle autorità angloamericane e altra documentazione segreta dell’epoca. A ciò si è aggiunta la clamorosa rivelazione di un ferroviere in servizio in quella notte che qualche anno fa contattò l’autore. Così il libro di Barneschi mette la parola fine, dopo 80 anni, a versioni di comodo, ricostruzioni
indaguate e leggende varie sulla tragedia.