Anche il Portogallo vira a destra con Alleanza Democratica e “Chega”, crollano i socialisti

11 Mar 2024 8:20 - di Lucio Meo

Vittoria di misura in Portogallo per la coalizione di centro-destra dell’Alleanza Democratica alle elezioni anticipate che si sono svolte ieri, dove ha ottenuto il 29,5% del 98,98% dei voti scrutinati. Il Partito Socialista in carica ha invece conquistato il 28,7% delle preferenze e il suo leader Pedro Nuno Santos ha ammesso la sconfitta. Il partito di destra estrema Chega, fondato cinque anni fa dall’ex prete con la passione del calcio Andre Ventura, è stato votato dal 18% degli aventi diritti facendo passi da gigante nei consensi.

Portogallo a destra, ma la maggioranza è un rebus

Nessuno dei due grandi partiti che da decenni si alternano alla guida del Portogallo ha ottenuto una maggioranza tale da permettergli di governare senza alleanze e in questo contesto Chega potrebbe diventare determinante. Il leader di Alleanza Democratica e del Partito socialdemocratico, Luis Montenegro, ha però già fatto sapere che non si affiderà a Chega per formare una coalizione di governo.

Il Partito socialista di centrosinistra era al potere dalla fine del 2015 in Portogallo. Nuno Santos, 46 anni, è subentrato al premier portoghese Antonio Costa come leader del partito dopo le sue dimissioni a novembre a causa di un’indagine su presunte illegalità nella gestione da parte del suo governo di grandi progetti di investimento in senso ambientalista. “I portoghesi ci vogliono al governo: vogliono un esecutivo formato da noi e dal centrodestra di Alleanza democratica. Oggi nel nostro Paese è finita la stagione del bipartitismo”. Sono le prime parole di André Ventura, il leader di Chega, che ha raddoppiato i propri voti alle elezioni di oggi. Per tutta la campagna elettorale, il conservatori di Alleanza Democratica hanno sempre escluso l’ipotesi di formare un esecutivo con gli estremisti di Ventura. Lo stesso leader moderato, Luis Montenegro ha confermato il suo veto, ma altri esponenti del suo partito non sono stati così netti su questo punto. Se però si manterrà questa sorta di “conventio ad excludendum”, l’unica via che resta al Portogallo per aver un governo è la formula delle larghe intese tra i socialisti e i moderati, con un esecutivo magari guidato dallo stesso Montenegro.

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