46 anni fa la strage di via Fani. Il ricordo della Meloni. Rauti: fui svegliata dagli spari

16 Mar 2024 16:04 - di Carlo Marini
via Fani

Il capo della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani, ha deposto questa mattina una corona d’alloro nel luogo della strage, in via Fani a Roma, dove esattamente 46 anni vennero uccisi i cinque componenti della scorta, 3 poliziotti e 2 carabinieri, del presidente della Democrazia cristiana, Aldo Moro.

«La Polizia di Stato ricorda i poliziotti Zizzi, Iozzino, e Rivera e i 2 carabinieri – si legge in un post sulla pagina X della Polizia di Stato – che con loro scortavano l’onorevole Aldo Moro, uccisi nella strage di via Fani il 16 marzo del 1978 da un commando di brigatisti. Un giorno di memoria per non dimenticare i nostri caduti”.

Il post di Giorgia Meloni: “Quegli anni bui non tornino mai più”

«Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino. Sono i nomi dei cinque agenti barbaramente assassinati dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 durante il vigliacco rapimento di Aldo Moro, anch’egli ritrovato senza vita il 9 maggio dello stesso anno. Servitori dello Stato che hanno dato la vita per difendere la nostra democrazia, la nostra Repubblica e le sue Istituzioni. A loro e a tutte le vittime di quella drammatica stagione della nostra storia, va il nostro commosso ricordo e la nostra profonda gratitudine. A noi tutti spetta il compito di ricordare e onorare il loro sacrificio, affinché quegli anni bui non tornino mai più». Così, su X, il premier Giorgia Meloni.

Lollobrigida: tolleranza zero verso lo squadrismo rosso

«Quel giorno l’attacco allo Stato, alla nostra democrazia, toccò il punto più alto – dichiara il presidente del Senato Ignazio La Russa – è nostro dovere non dimenticare, è nostro compito tramandare il dolore che il terrorismo e gli Anni di Piombo provocarono ma anche la forza con la quale la nostra Nazione seppe reagire. A nome mio personale e del Senato della Repubblica – conclude La Russa – esprimo la mia vicinanza ai familiari delle vittime».

La tolleranza per gli eccessi nelle proteste dello «squadrismo rosso negli anni ’70 “ha portato al terrorismo e al suo rafforzamento”, ha ricordato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, commentando l’intimidazione al direttore de La Repubblica, Maurizio Molinari all’università di Napoli. «Credo che non si debba dimenticare che questo è già accaduto nei primi anni ’70, alla fine degli anni ’60. La tolleranza rispetto a questi episodi ha portato poi al terrorismo e al suo rafforzamento, fino all’episodio di Aldo Moro, che con il suo sacrificio creò un allarme democratico talmente ampio che ci permise di sconfiggere quel fenomeno brutale, che è l’eversione e il terrorismo».

Strage di via Fani, Isabella Rauti testimone della sparatoria

«Quel 16 marzo 1978 segna uno dei momenti più drammatici per la storia della nostra democrazia. È compito di tutti noi ricordare e rendere omaggio a tutte le vittime di quelle pagine buie della nostra storia affinché non si ripetano mai più». Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Tra i messaggi istituzionali, non sono mancate testimonianze drammatiche, come quella scritto su X dal sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti. «Il 16 marzo 1978, con la mia famiglia, ci svegliammo per il rumore di una sparatoria proveniente da via Mario Fani, nei pressi della nostra abitazione. Era l’attacco terroristico delle Brigate Rosse. Oggi, quarantasei anni dopo, ricordiamo chi è caduto per difendere lo Stato e le Istituzioni. Uomini di cui onoriamo la memoria, vittime di un terrorismo che l’Italia ha sconfitto».

 

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