Stupro, l’Ue ancora divisa sul “consenso”. Roccella: noi da sempre favorevoli all’inserimento del reato

5 Feb 2024 16:44 - di Eugenio Battisti

L’obiettivo c’è: unificare in tutta Europa le normative sullo stupro e facilitare la protezione delle donne. Ma il negoziato in corso a Bruxelles sulla direttiva europea è ancora in salita e il Consiglio Ue si è incagliato su alcuni punti, dove manca l’unanimità. A dividere i 27 paesi membri è soprattutto l’articolo 5 del testo, ovvero quello che definendo lo stupro come “sesso senza consenso” ne favorisce la penalizzazione negli ordinamenti di tutti gli Stati. La Direttiva sarà esaminata domani con il Parlamento che preme per una normativa che contenga una definizione chiara del reato penale di violenza sessale reato applicabile ad “ogni rapporto sessuale non consensuale” e in tutti gli Stati membri.

Reato di stupro, Ue divisa sulla direttiva comune

Alcuni Paesi però ancora non sono convinti e stanno bloccando l’iter del testo. Lo stralcio potrebbe costituire un rischioso passo indietro per la tutela delle donne, proprio mentre.  I 27 Paesi Ue sarebbero spaccati quasi a metà. Francia, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, tra gli altri, chiedono che siano le vittime a dover dimostrare l’uso della forza o della minaccia. Altri 13 paesi, tra cui l’Italia, (ma anche Spagna, Belgio, Lussemburgo, Svezia) sono in linea con lo slogan: “No significa no”. La posizione del governo italiano è riassunta dal ministro Eugenia Roccella (no, c’è alcun bisogno che la premier Meloni si esprima, come chiedono il Pd).

Roccella: l’Italia è sempre stata per il sì

“L’Italia è sempre stata fortemente favorevole all’inclusione del reato di stupro nella nuova direttiva europea contro la violenza sulle donne. Già lo scorso giugno, nel corso dei negoziati con gli altri Stati membri – afferma Roccella – l’Italia si è espressa chiaramente in una dichiarazione comune insieme a Belgio, Grecia e Lussemburgo. Siamo a favore dell’inserimento del reato di stupro nella direttiva. E non condividiamo le considerazioni di natura tecnico-giuridica del Servizio Giuridico del Consiglio dei Ministri Ue e di molti Stati membri, tra cui Francia, Germania, Paesi Bassi, Ungheria, Bulgaria, Portogallo, Malta, Repubblica Ceca, Estonia, Slovacchia, Irlanda. Contrari a tale inserimento per motivi tecnici. Si tratta del resto di Stati che prevedono tutti questo reato nel proprio ordinamento giuridico”. Il Parlamento di Strasburgo – fa notare la ministra –  ha comunque ancora la possibilità di far pesare il proprio orientamento nei confronti della Presidenza Ue nel percorso negoziale dei prossimi giorni. Come il governo italiano ha fatto nel corso di tutta la trattativa”.

I 27 divisi sul concetto di sesso senza consenso

Alla vigilia dell’incontro decisivo del Consiglio Ue scende in campo anche l’europarlamentare leghista, Gianna Gancia. “Ribadisco la necessità di un’immediata chiarezza in merito all’inclusione del reato di stupro senza consenso. Il Consiglio ha finora esitato, rallentando l’adozione della direttiva. Il nostro governo, attraverso il ministro Roccella – prosegue – ha confermato chiaramente l’impegno a favore della direttiva contro lo stupro. Che l’Europa deve adottare, con una definizione inequivocabile: ‘Senza consenso è stupro”. Basta esitazioni. Basta far ricadere sulle vittime il peso della prova. Basta aspettare: la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e richiede una risposta immediata”.

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