Schillaci: “Mezzo milione di giovani italiani dipendenti dai Social, è la nuova emergenza sanitaria”

6 Feb 2024 9:27 - di Davide Ventola
Schillaci, Social

“In occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, più di uno studio ha fatto suonare il campanello d’allarme sul rischio di dipendenza da videogiochi per oltre un ragazzo su dieci o sul cyberbullismo, che colpisce una fetta simile degli studenti”. Lo spiega il ministro della Salute Orazio Schillaci in un’intervista a La Stampa, a cui dice di essere rimasto colpito dal dato di “mezzo milione di giovani e giovanissimi che nel nostro Paese è dipendente dai social network”.

Dopo gli incidenti stradali, i disturbi alimentari prima causa di morte

Il responsabile della Sanità non esita a definire il problema “una nuova emergenza sanitaria, che si manifesta anche con la sempre più preoccupante diffusione dei disturbi alimentari, ai quali recenti studi attribuiscono oltre quattromila morti l’anno tra i ragazzi sotto i 24 anni – prosegue – Dopo gli incidenti stradali è ormai questa la prima causa di morte tra i nostri giovani. Una strage silente, di fronte alla quale non possiamo restare indifferenti”.

Schillaci: “I ragazzi vanno aiutati all’uso sicuro dei social”

I social secondo Schillaci “vanno ben utilizzati, non demonizzati. Credo si debba chiedere uno sforzo in questo senso ai colossi del web che gestiscono queste piattaforme – propone -. Accusarli di avere ‘le mani sporche di sangue’, come si è spinto a dire qualche senatore americano è sicuramente eccessivo, ma anche il dibattito che si è aperto sul tema, soprattutto nei Paesi anglosassoni, suggerisce come sia venuto il momento di chiedere a chi gestisce un mercato da 270 miliardi di dollari di fare la propria parte”. Da qui ad esempio l’idea di “introdurre degli avvisi pop-up che allertino gli utenti quando l’utilizzo dei social media ha superato un tempo ritenuto potenzialmente dannoso e che recenti studi britannici collocano al di sopra delle due ore”. Per il ministro però servirà anche “educare i ragazzi all’uso sicuro dei social nella scuole, coinvolgendo insegnanti, genitori e istruttori sportivi”, conclude.

Il ministro tiene però a sgomberare il tavolo da qualsiasi equivoco: “Io non ne faccio uso ma dico che i social vanno ben utilizzati, non demonizzati. È infatti innegabile che queste piattaforme offrono ai giovani strumenti per creare, mantenere o sviluppare relazioni interpersonali anche nel mondo reale. Ci sono indagini che dimostrano come le forti amicizie adolescenziali possano essere rafforzate dall’interazione con i social media. Anche se questo finisce per fare piu’ ricco chi e’ gia’ ricco nel senso delle relazioni sociali”.

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