Sardegna, il centrodestra: c’è amarezza ma è un voto locale. Il governo è forte e solido
A urne chiuse in Sardegna l’analisi e i commenti del centrodestra sul risultato elettorale rilanciano un coro unanime che verte su due punti soprattutto. Il primo: il verdetto delle regionali non rappresenta un segnale nazionale. Il secondo: l’invito a una riflessione sul voto disgiunto. Del resto, come ha opportunamente rilevato nella sua disamina responsabile dell’organizzazione nazionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ospite di Rainews24, la sconfitta del centrodestra è avvenuta «per un soffio». Tuttavia «c’è un segnale politico locale su cui faremo le nostre riflessioni».
Sardegna, Donzelli: «Non rappresenta un segnale nazionale. Voto disgiunto? Faremo le nostre riflessioni»
Quindi, Donzelli aggiunge che la scelta di Paolo Truzzu come candidato del centrodestra «non è stata una imposizione nazionale sulla Sardegna», e assicura: «Truzzu è una persona molto valida, ma a quanto pare non è riuscito a farsi apprezzare». Mentre per quanto riguarda il voto disgiunto, l’esponente di FdI osserva: «Che qualcuno lo abbia fatto è matematico, lo analizzeremo e faremo le nostre riflessioni. Il popolo del centrodestra merita sempre le migliori possibilità, eravamo convinti di averla fatta, chi ha votato ha detto di no».
Casellati: «Dobbiamo prenderne atto, c’è stato un voto di lista disallineato»
E sul risultato elettorale sardo poco fa ha commentato anche il ministro per le Riforme e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati che, entrando alla Maratona Oratoria sul premierato presso la Sala Umberto a Roma, ha dichiarato: «Noi dobbiamo prendere atto di un risultato che ha purtroppo differenze di qualche decimale. Di fatto rispetto alle elezioni politiche il risultato del centrodestra è molto buono perché è in aumento. C’è stato un voto di lista disallineato rispetto al voto del governatore. C’è stato qualche problema».
Sardegna, Ciriani: «Il governo forte e solido, ora ripartire di slancio»
Decisamente improntato all’oggettività e all’ottimismo il commento del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, che ai microfoni di Ping Pong su Radio 1 Rai ha sottolineato innanzitutto che è «inutile nascondere che c’è amarezza per questa sconfitta, anche per il modo in cui si è prodotta con un testa a testa andato avanti tutta la notte, e una differenza di due, tremila voti – lo 0,3%, 0,4% dei consensi – a fronte del fatto che le liste del centrodestra invece superano largamente l’avversario». Aggiungendo a stretto giro: «Naturalmente c’è dispiacere, ma non bisogna perdersi d’animo o cadere nello sconforto. Non c’è nessun motivo per essere così pessimisti: una sconfitta può capitare. D’altra parte il centrodestra, da quando è al governo Meloni, ha vinto in molte elezioni: ha vinto in Friuli Venezia Giulia, in Molise e Lazio. Ha vinto amministrative un po’ in tutta Italia». Pertanto, pur riconoscendo che «questa sconfitta lascia l’amaro in bocca», il ministro ha esortato a «ripartire di slancio. Perché il centrodestra è comunque forte. Il governo Meloni è forte e solido, e quindi c’è solo necessità di guardare avanti e non perdere entusiasmo».
Dietro la Todde una coalizione «di partiti insieme in Sardegna, ma che non possono stare insieme al governo del Paese»
Non solo. Dopo l’epilogo elettorale sardo, prosegue allora Ciriani, «bisogna riflettere su quanto successo e imparare dai propri errori. Il governo è comunque saldo al suo posto. Questo non è un dato elettorale che può impensierire l’esecutivo, né toccarne l’azione. Certo avremmo preferito vincere, però il governo continua la sua attività senza problemi e guarda in avanti. Non vorrei che qualcuno tentasse, come sta facendo la sinistra, di dare significati che queste elezioni non hanno». Sottolineando contestualmente che dietro la vittoria di Alessandra Todde c’è una coalizione «di partiti che stanno insieme in Sardegna, ma che non possono stare insieme al governo del Paese».
Salvini: «Quando il popolo vota ha sempre ragione. Il governo è assolutamente saldo»
Nessuno scossone neppure secondo Matteo Salvini. «Dopo cinque vittorie consecutive una sconfitta ci può stare. Quando il popolo vota ha sempre ragione. Quando si vince si vince tutti insieme, quando si perde si perde tutti insieme. Il governo è assolutamente saldo», ha commentato il vicepremier leghista, concludendo propositivamente: «Sono contento di quello che stiamo facendo, che stiamo progettando».
Gasparri: «Non ci sarà alcuna conseguenza dal voto in Sardegna. Il risultato non cambia la storia del mondo»
Concreto e pragmatico il commento del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri che, intervenendo a Radio Anch’Io ha precisato con nettezza: «Non ci sarà alcuna conseguenza dal voto in Sardegna, non è che è cambiata la storia del mondo. Si vince e si perde». E ancora: «La sinistra sbaglierebbe a considerare questo successo come un’inversione di rotta clamorosa. E il centrodestra farebbe male a sottovalutare le prove elettorali o a pensare che, siccome abbiamo vinto, non ci sia mai una verifica. La politica è un cimento quotidiano e ogni giorno si riparte. Voglio comunque ringraziare sia Solinas, che si è fatto da parte pur essendo il presidente uscente. Sia Truzzu, che è sceso in campo quasi a partita iniziata. Dopodiché faremo le nostre riflessioni, ma non ci abbattiamo».
Sardegna, Bitonci: «Adesso avremo le europee e i risultati dei partiti saranno in Sardegna probabilmente molto diversi»
Un dato, quello dell’erronea e pretestuosa estensione di un risultato regionale a un verdetto nazionale, su cui si è espresso anche il sottosegretario al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci. Il quale, intervenendo a ReStart, il programma di Rai3, ha commentato con nettezza: «È stata una elezione amministrativa: l’errore è sempre quello di scambiarla per una elezione di carattere politico. Adesso avremo le europee e i risultati dei partiti saranno in Sardegna probabilmente molto diversi. E ancora. «È anche vero – ha aggiunto l’esponente del Carroccio – che se noi guardiamo il voto delle varie liste, il centrodestra supera il 48%, rispetto al 42% della coalizione di centrosinistra. C’è una differenza notevole sul candidato. Voto disgiunto? Può darsi che qualcuno abbia fatto una scelta rispetto ai candidati, ma che ci sia stata la volontà di qualche partito di dire “vota la lista e non votare il candidato” mi sembra una cosa irrealizzabile».