Processo Grillo jr, mostrato uno spezzone del video dello stupro. La vittima esce dall’aula

1 Feb 2024 8:37 - di Sara De Vico

Processo Grilli junior, per la prima volta nell’aula di Tempo Pausania, è stato proiettato uno spezzone del video che mostra la notte della violenza sessuale di gruppo per cui sono a processo Ciro Grillo e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Ma la vittima Silvia (non è il suo vero nome)  è uscita dall’aula poco prima della proiezione.

Processo Grillo jr, in aula il video dello stupro

Non ha visto e non lo vedrà mai quel video che per Alessandro Vaccaro, difensore di uno dei quattro imputati, è necessario “come controprova alle risposte date dalla ragazza proprio su quei momenti”. Il presidente del collegio, Marco Contu, ha negato la  possibilità di vederli tutti («li conosciamo già perfettamente») e ha concesso la sola visione di quei pochi istanti dopo una domanda dell’avvocato Vaccaro. “Lei era partecipe al rapporto sessuale?” ha chiesto a Silvia. “No”, ha risposto lei sospirando e confermando di non voler vedere quelle immagini. “Non me la sento”, aveva detto fin dal principio anche alla sua Giulia Bongiorno, quando lei le aveva proposto di vederli per motivi di difesa.

Silvia esce dall’aula: non me la sento

Sono passati quattro anni e mezzo dalla mattina dei fatti, il 17 luglio 2019 a Cala di Volpe, in Costa Smeralda, e la fine del processo si preannuncia molto lontana. La vittima, che oggi ha 23 anni, presenta una fragilità psicologica crescente. Dopo l’estate 2019, ha detto nella giornata in aula più drammatica, «non riuscivo a toccare cibo, sono molto dimagrita. Ho avuto periodi in cui passavo dal non mangiare al mangiare tantissimo e poi vomitare. Molte volte mi sono messa in pericolo, cercavo sempre di farmi del male. Ho iniziato ad avere allucinazioni… vedevo delle ombre, ero sempre in uno stato di allerta, avevo proprio bisogno che fossi un’altra”. E proprio sullo stato emotivo di Silvia l’avvocata Bongiorno ha presentato un’istanza per segnalare che la situazione psicologica della sua assistita è peggiorata e chiedere misure che la proteggano psicologicamente. Richiesta accettata.

Accettate le misure di protezione con un drappo nero

All’istanza sono allegate due valutazioni: dello psichiatra e della psicologa della ragazza, che hanno segnalato l’aumento delle dosi di psicofarmaci che avevano messo a punto per lei. Nel documento si fa anche presente che Silvia, nelle quattro giornate in cui è stata sentita in aula (con ieri sono cinque), ha risposto a circa 1.400 domande, oltre mille se si escludono quelle ripetute. E si segnala che finora la durata della sua testimonianza davanti ai giudici del Tribunale di Tempio equivale a 22 ore di udienza, 17 al netto delle pause. Il presidente del Collegio ha acconsentito alle misure di protezione. Ieri per la prima volta l’udienza si è svolta in forma semi-protetta: con un drappo nero per separare lei da avvocati, assistenti, carabinieri, ma senza escludere che i legali facessero domande dirette. Per loro lei era visibile su uno schermo ma nascosta dal drappo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *