Ong, per la sentenza della Cassazione c’è poco da esultare. Piantedosi smonta Casarini e la sinistra

19 Feb 2024 13:09 - di Gabriele Alberti
Piantedoisi migranti Casarini

Evitare le interpretazioni ideologiche. La sentenza della Cassazione che aveva considerato la Libia un porto non sicuro viene smontata da Matteo Piantedosi. L’assist delle toghe alle Ong aveva mandato in estasi Luca Casarini e la sinistra immigrazionista. Tutti a fare la “ola” per una sentenza che – secondo una lettura frettolosa- va contro i decreti del governo Meloni. Il ministro dell’Interno richiama tutti alla serietà e alla veridicità delle affermazioni. C’è poco da dare fiato alle trombe.

Piantedosi gela Casarini e sinistra: “le sentenze vanno lette bene”

A proposito di porti sicuri “L’Italia non ha mai coordinato e mai consegnato in Libia migranti raccolti in operazioni di soccorso coordinate o direttamente effettuate dall’Italia. La sentenza della Cassazione va letta bene, non con una lettura di tipo politico o ideologico”. Così Matteo Piantedosi ha “freddato” i bollenti spiriti di Casarini, il primo a sfidare il governo. A margine della sottoscrizione di un accordo tra la Regione Lombardia, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e l’Anci Lombardia, ha risposto a chi gli chiedeva cosa pensasse della sentenza della Corte di Cassazione. Sentenza- ricordiamo-  che ha reso definitiva la condanna del comandante del rimorchiatore Asso 28. Che nel 2018 soccorse 101 persone nel Mediterraneo, riportandoli in Libia e consegnandoli alla Guardia costiera.

Piantedosi: “La sentenza non va letta con i paraocchi ideologici”

La sentenza -ha spiegato Piantedosi- va collocata temporalmente. In un momento preciso in cui la Libia aveva determinate condizioni e le collaborazioni con l’Ue erano finalizzate a portare la Libia a superare le situazione di quel momento. Tra gli elementi importanti di lettura della sentenza vi sono dei principi a cui il governo si è sempre attenuto nel regolamentare l’attività di rimpatrio”. Anche perché, ha sottolineato, “chiunque interviene deve coordinarsi con le autorità competenti in materia; non può esserci spontaneismo. L’importante è che ci sia coordinamento”.

E pensare che Casarini pensava a una class action contro il governo

Le parole del ministro rivoltano la prospettiva nella quale sui erano adagiati sinistra, Casarini e ong,  che non ci hanno visto più: i decreti Piantedosi e le nuove norme per controllare l’immigrazione illegale sono sempre state viste come fumo negli occhi. Gli effetti possibili della sentenza sono ancora tutti da valutare, visto che sono passati sei anni dai fatti: un contesto circoscritto, come ha chiarito il ministro. E tuttavia le Ong avevano festeggiato, in primis Casarini, fondatore della ong Mediterranea Saving Humans. Si era scaraventato contro il governo chiamando addirittura ad una class action contro il governo, il ministro dell’Interno e il memorandum Italia-Libia”. Accetti i consigli di Piantedosi. Le sentenze vanno lette bene….

 

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