Manganelli, le amnesie della sinistra. Malan: se governano loro le cariche sono democratiche
Per la sinistra c’è manganello e manganello. C’è quello legittimo, politicamente corretto a tutela della democrazia in pericolo, quando a governare è il centrosinistra, è c’è quello pericoloso che odora di Ventennio e di olio di ricino quando al Viminale siede un esponente di centrodestra.
Le cariche democratiche della sinistra al governo
Il can can scatenato dalla sinistra sulle cariche della polizia a Pisa, le urla contro gli sbirri cattivi che reprimono il dissenso, le lacrime di Vecchioni nascondono una profonda amnesia. O meglio, reazioni schizofreniche a corrente alternata. Nel corso degli anni con tutti i governi la tenuta della piazza da parte delle forze dell’ordine e i ‘protocolli’ del Viminale hanno seguito la stessa rotta. La stella polare è quella di assicurare la sicurezza e l’ordine pubblico, la reazione scatta quando i manifestanti assumono atteggiamenti violenti, apprestano a forzare la mano e a bloccare aree non accessibili. È accaduto con gli studenti di Pisa e Firenze, ma è sempre accaduto.
Le manganellate con Renzi, Draghi e Conte
Basta guardarsi indietro a volo d’uccello per trovare cariche e manganellate anche con la stagione dei governi progressisti o tecnici. Ma in quelle occasioni le cronache non registrano levate di scudi della politica, processi al Ministero dell’Interno paginate e paginate sui quotidiani per denunciare il potere dispotico che arma i suoi poliziotti per reprimere la libertà di manifestare. Pensiamo a gennaio 2022 quando a Palazzo Chigi c’era un signore insospettabile come Mario Draghi. Non fu leggera la reazione delle forze dell’ordine contro i giovani che protestavano per l’alternanza scuola-lavoro, dopo il dramma della morte di Lorenzo Parelli. Quando a Roma il corteo provò a puntare verso il ministero dell’Istruzione fu fermato con cariche e idranti. In questo caso cariche democratiche visto che nessuno si sognò di sollevare polveroni (solo qualche interrogazione parlamentare che non ebbe particolare eco).
Nessun gridò alla dittatura
Stessa sorte toccò ai manifestanti a Torino, dove restarono feriti una ventina di ultrà, lo stesso a Milano e Napoli. Nessuno gridò alla dittatura. Oggi la Schlein cavalca l’onda fino a chiedere che Meloni si presenti in Parlamento a ‘spiegare’. Se andiamo più indietro con il governo Renzi la ‘postura’ degli agenti di fronte alle proteste non cambia. Nel 2015 gli attivisti che tentavano di contestare l’ex ministro Stefania Giannini, all’ingresso della Bicocca di Milano, non furono accolti con i fiori. Gli studenti contro la riforma della buona scuola dell’ex rottamatore nella ‘sua’ Firenze furono bastonati a dovere. Bastoni a tutela della democrazia, neanche a dirlo. Nessuno si sognò di additare il buon Matteo come un pericoloso squadrista.
La mano pesante di Conte con i no green pass
Conte, che oggi si indigna, da premier fu un capolavoro di mano pesante con la piazza. Memorabili le cariche dell’ottobre 2021 con idranti e lacrimogeni per sgomberare i portuali no green pass davanti al Varco 4 del porto di Trieste. Nel 2020, sempre a ottobre, a Firenze chi osava manifestava contro i suoi Dpcm anti-covid, veniva caricato e, in alcuni casi, bloccato e preso a manganellate.
Malan: c’è il manganello politicamente corretto e quello cattivo
La schizofrenia delle sinistre è ben fotografata da Lucio Malan, capogruppo dei senatori di FdI, in un’intervista a La Verità. “A sinistra lanciano giudizi a seconda della data sul calendario. Se i poliziotti usano la forza quando governano loro, è tutto perfetto. Nel gennaio 2022 si usò il manganello contro gli studenti che protestavano contro l’alternanza scuola-lavoro. Ma nessuno si stracciò le vesti. Allo stesso modo, quando si aprirono gli idranti contro i no vax, nessuno ebbe da ridire. Ecco, non vorrei – dice Malan – ci fosse un manganello “politicamente corretto” a seconda di chi governa, sulla base del solito doppio standard”.