Draghi sferza l’immobilismo della Ue: “Servono riforme e investimenti: basta, fate qualcosa”
“Tutte le riforme di cui l’Ue ha bisogno si possono fare, e confido che possano essere fatte, solo se abbiamo il consenso dei cittadini europei”. E’ un Mario Draghi scatenato e insolitamente aggressivo quello che secondo l’Adnkronos, incontrando i presidenti delle commissioni del Parlamento Europeo oggi a Strasburgo, ha tuonato contro gli indugi, l’immobilismo e la prudenza dell’Europa sia sul fronte degli investimenti che delle riforme. “Per questo – ha aggiunto l’ex presidente della Bce e del Consiglio – è così importante preservare i valori fondamentali: ma c’è un problema di coordinamento. Come coordiniamo le diverse visioni e volontà a livello Ue sulle riforme strutturali che dobbiamo fare?”, ha concluso. Bella domanda, in effetti, alla quale si spera possa dare una risposta il prossimo Parlamento europeo.
Draghi e la Ue da scuotere in fretta
“All’Ecofin informale di Gand, sabato scorso, mi hanno chiesto ‘qual è l’ordine in cui tutte queste riforme andrebbero fatte’? Non ho idea di quale sia l’ordine, ma vi posso dire solo una cosa: per favore, fate qualcosa. Fate qualcosa: scegliete voi che cosa, ma fate qualcosa. Non potete passare altro tempo dicendo di no a tutto”, ha aggiunto Draghi. “I soldi – ha aggiunto – sono solo un aspetto del problema. L’altro aspetto è una profonda rivisitazione delle regole che abbiamo costruito e sulle quali abbiamo lavorato. Il mercato unico è un altro esempio: le chiamavamo riforme strutturali. E‘ quello che dobbiamo fare ora: riforme strutturali, a livello di Unione Europea. Il mercato unico è altamente imperfetto: ci sono centinaia di direttive che non vengono attuate, o che vengono attuate in modo diverso a seconda dei Paesi”.
Investimenti pubblici e privati per la crescita
L’ex presidente del Consiglio ha usato gli stessi toni anche sugli investimenti per la crescita. “All’Ue c’è un immenso bisogno di investimenti”, che dovrebbe essere soddisfatto con qualsiasi mezzo utile allo scopo”. Nell’Ecofin, ha raccontato, secondo Adnkronos, “ho menzionato un fondo dedicato, ma immediatamente un commentatore ha detto: ‘Ok, ma serve una vera Unione fiscale, non una forma ridotta di Unione’. Non lo so, voglio dire, non mi importa: fate qualcosa, ripeto. Scegliete qualsiasi cosa risulti la migliore”, allo scopo di soddisfare “l’immenso bisogno di investimenti” che l’Ue ha. Si potrebbe anche pensare “ad un mix di molte cose. Una delle cose, probabilmente la più importante, è la capacità di mobilitare i risparmi privati”, ha concluso.
Il problema dell’energia
Poi il discorso sul delicato settore dell’energia. “Il mercato elettrico – ha proseguito – è un altro settore cui dobbiamo guardare, perché chiaramente l’Europa non può essere competitiva, se paghiamo l’elettricità tre volte tanto quanto costa negli Usa e il gas naturale cinque o sei volte tanto. Ci sono molte cose che dobbiamo fare, delle quali i soldi sono solo una”, ha concluso. L’elettricità “è un altro esempio” dei problemi dell’Ue. “I prezzi del gas vanno giù e noi paghiamo ancora l’elettricità due volte tanto: è una cosa che guarderemo” nella stesura del rapporto sulla competitività dell’Ue.
Infine l’appello alla “rinascita” della Ue. Non ho la bacchetta magica”, un’unica soluzione per tutto. “Serve una riforma strutturale complessiva, a 360 gradi. Non ci sono bacchette magiche, ma il minimo comun denominatore” è “ritrovare la capacità di agire insieme, nell’interesse collettivo. Non possiamo continuare a dire no a questo e a quello”, ha detto l’ex presidente della Bce incontrando i presidenti delle commissioni del Parlamento Europeo oggi a Strasburgo, ponendo al centro del dibattito, come è più che evidente, una sua candidatura alla guida della Ue stessa.