Caivano, altro colpo alla camorra: 11 arresti. Nelle indagini anche la bomba contro don Patriciello (video)
Undici arresti in carcere e due divieti di dimora sono stati eseguiti dai Carabinieri di Giugliano e Caivano a carico di altrettante persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, tra l’altro, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto d’armi, con l’aggravante del metodo mafioso. Dalle indagini è emerso che l’organizzazione di tipo camorristico era attiva in particolare sui territori di Frattamaggiore, Frattaminore e delle zone limitrofe, come Arzano e Caivano. Tra le azioni ricostruite in questo contesto anche la bomba del marzo 2022 fatta esplodere davanti alla parrocchia di don Maurizio Patriciello a Caivano. Dunque, le forze dell’ordine proseguono con risultati l’opera di “bonifica” dell’area, impostata dal governo.
La guerra tra clan per imporre la propria egemonia
Dalle indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, è emerso che la banda di camorristi si scontrava con altri gruppi per imporre la propria egemonia. In questo contesto gli investigatori hanno ricostruito stese, agguati e raid, ma anche l’attentato contro don Patriciello. Tra i raid intimidatori, anche un inquietante manifesto funebre contro il comandante della polizia municipale Biagio Chiariello.
Il post di don Patriciello: “Cambiate vita, io vi perdono”
“La bomba fatta esplodere due anni fa davanti alla mia parrocchia, fu per me motivo di tristezza immensa”, ha scritto don Patriciello su Facebook, domandandosi “di che avevano paura queste persone che hanno scelto la via del male?”. “I camorristi hanno bisogno del silenzio omertoso dei cittadini più del pane. Odiano la libertà. Tiranneggiano il nostro popolo. Lo vogliono condannare a morte. Ma non rinunciano all’ebbrezza di essere ipocritamente osannati e riveriti. Non vogliono bene a nessuno, nemmeno si loro stessi figli, ai quali aprono le porte del carcere o del camposanto”, ha proseguito il parroco di Caivano, sottolineando che “questi scempi vanno denunciati. Ad alta voce. L’ho fatto. A loro non piace. E arrivano le minacce”. “Complimenti ai nostri carabinieri per la bella operazione. Complimenti ai magistrati. Resta l’amaro in bocca, però”, ha proseguito don Patriciello, lanciando anche un messaggio di speranza sul fatto che queste persone “possono ritornare sulla retta via”. “Mi avete costretto, fratelli camorristi, a vivere sotto scorta. Mi pesa. Non lo avrei mai pensato. Fa niente. Vi perdono. Vi abbraccio. Vi chiedo però di cambiare vita. Per il nostro bene. Per il vostro bene. Per il bene dei vostri figli. Vi benedico”, ha concluso.