Braccio di ferro tra Meloni e Stellantis: incentivi solo se l’auto si fa in Italia. E il gruppo prolunga la Cig a Mirafiori

5 Feb 2024 16:38 - di Lisa Turri
meloni Stellantis

Stellantis è interessata a comprare Renault? C’è all’orizzonte una fusione tra le due case automobilistiche? John Elkann, presidente del gruppo Stellantis, smentisce le voci che si sono alimentate nel corso del fine settimana.

Elkann smentisce una fusione Stellantis-Renault

“Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori”, afferma ricordando che “la società è concentrata sull’esecuzione del piano strategico ‘Dare Forward’ e nella puntuale realizzazione dei progetti annunciati, per rafforzare la sua attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l’Italia”.

“In questo quadro – aggiunge Elkann – Stellantis è impegnata al tavolo automotive promosso dal Mimit, che vede uniti il Governo italiano con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare insieme le sfide della transizione energetica”.

Un altro mese di cig a Mirafiori

Nel frattempo però ci sarà un altro mese di cassa integrazione, dal 4 al 30 marzo, per i lavoratori di Mirafiori. Lo ha comunicato la stessa Stellantis ai sindacati la mattina del 5 febbraio. La cassa interesserà i 2.260 addetti delle linee della 500e e della Maserati che continueranno a lavorare su un turno unico o comandato”. La cassa si aggiunge a quella già chiesta sempre per Mirafiori dal 12 febbraio fino al 4 marzo.

Meloni: gli incentivi non possono essere rivolti a una sola azienda

Sugli incentivi al gruppo chiesti dal numero uno Carlos Tavares per poter continuare a tenere aperti gli stabilimenti italiani, Giorgia Meloni ha mandato un messaggio chiaro dal Giappone: “Ribadisco che siamo interessati a ogni investimento che può produrre posti di lavoro. Ho letto delle dichiarazioni di Tavares sugli incentivi ma non ho trovato l’intervista. Mi sarebbe sembrato curioso, gli incentivi non possono essere rivolti solo a una azienda e noi abbiamo messo un miliardo sugli ecoincentivi. Per questo quello che ho letto mi è sembrato bizzarro”.  “Siamo sempre disponibili – ha aggiunto – per creare posti di lavoro, ma se poi si preferisce produrre all’estero non possiamo dire niente ma non mi si venga a dire che l’auto è italiana”.

 

Commenti

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  • Giuliano Ravagnan 5 Febbraio 2024

    Io spero che il Governo , migliori le condizioni atte a trovare investitori internazionali disposti a investire in Italia su Automotive, AI, Spazio, al fine di riportare produzioni in Italia. Giapponesi ad esempio sarebbero i benvenuti. Si generi una sana concorrenza leale nel Nel Nostro Paese, finalmente, quale non c’è ancora mai stata.

  • Luigi Villa 5 Febbraio 2024

    Se non sono capaci di condurre un azienda ed hanno necessità di “Incentivi” statali, oltretutto mirati, possono sempre cedere l’azienda a chi ne ha le capacità. Se il privato non si presenta si può sempre nazionalizzare l’azienda stessa e mandarla avanti. Ovviamento il tutto “su basi esclusivamente liberali”. Quando un azienda è fallimentare la si acquisisce a prezzi fallimentari.

  • Gianluca 5 Febbraio 2024

    Brava Giorgia tieni il pugno duro a queste forme di ricatto , gli italiani hanno dato abbastanza .
    Incentiviamo i Giapponesi a creare fabbriche in Italia , loro si che sono civili .