Blitz antimafia di Bari, Decaro rischia il commissariamento. FdI: “Quadro inquietante”

27 Feb 2024 15:50 - di Luisa Perri
Decaro Bari

La maxi inchiesta di Bari, che ha portato a oltre 130 arresti, potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla giunta guidata dal sindaco Antonio Decaro, esponente di spicco del Pd nonché presidente dell’Anci.

I parlamentari pugliesi del centrodestra hanno infatti chiesto di incontrare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Tra di essi il vice ministro della giustizia Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario Marcello Gemmato, il senatore Filippo Melchiorre, il deputato Mauro D’Attis, i tre parlamentari leghisti Davide Bellomo, Rossano Sasso e Roberto Marti.

Blitz antimafia a Bari: ci sono stati Comuni sciolti per molto meno

La questione posta a Piantedosi, come ricorda il Corriere della Sera, «è nota, perché evocata già nelle scorse ore dal centrodestra. Questo il loro ragionamento: per molto meno in altri Comuni è stata avviata dal ministero dell’Interno la procedura di accesso, commissariamento e successivo scioglimento del Consiglio comunale. I parlamentari di centrodestra, in particolare, sottolineeranno la sostanziale infiltrazione dell’Amtab, azienda pubblica controllata dal Comune, ad opera dei clan mafiosi di Bari.
Se, per estrema ipotesi, si dovesse arrivare ad una situazione di questo tipo, è chiaro che verrebbero messe a rischio persino le elezioni. Di certo, per ora il centrodestra intende sollevare la questione politica».

Sul blitz di Bari interviene anche Maurizio Gasparri. «Su Bari la notizia è che i nostri coordinatori regionali si sono recati al Ministero dell’Interno per ipotizzare lo scioglimento del Comune, guidato dal sindaco Decaro. 130 arresti, che sfiorano anche l’amministrazione locale. Un fatto molto preoccupante. Non abbiamo preso decisioni per Bari, vogliamo capire bene che succede: probabilmente c’è un Comune da sciogliere…».

Melchiorre (FdI) a Decaro: “Il tempo è galantuomo” e cita le primarie a Bari

«Ringrazio la Procura, la Dda e tutte le forze dell’ordine per il risultato della maxi inchiesta culminata oggi con oltre 100 arresti che ha fatto emergere una durissima e desolante verità: il radicamento delle associazioni mafiose nelle consultazioni elettorali a Bari – commenta Filippo Melchiorre in una nota – Una pratica che, più di una volta, sin dal 2013, ho segnalato in Prefettura insieme a Marcello Gemmato. Il tempo è galantuomo e la verità prima o poi viene a galla. A questo punto sono fiero di essere arrivato ultimo a quelle primarie di 5 anni fa! Solo qualche giorno fa il sindaco Decaro in un confronto pubblico in tv, per offendermi, tirava in ballo proprie quelle primarie del centrodestra di Bari ricordandomi, con toni accesi, che le avevo perse! Non amo fare sciacallaggio ma la mia è una riflessione politica che, alla luce delle notizie dì oggi, fa sorgere il dubbio sull’esistenza di un vero e proprio complotto per manipolare il risultato elettorale che ha visto sconfitto il centrodestra nel 2019. Un dato è certo: dopo quelle elezioni, sia il candidato sindaco di centrodestra non eletto, sia la consigliera (agli arresti domiciliari nell’ambito dall’inchiesta odierna) di una lista collegata sono passati nella coalizione a sostegno dell’amministrazione di centrosinistra».

«Nell’ottobre del 2022 – ricorda Melchiorre – un’altra consigliera comunale, eletta sempre nelle fila della lista ‘Di Rella sindaco’ e poi subito passata al centrosinistra, è finita sotto processo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e scambio politico mafioso per le elezioni del 2019 a Bari. Un quadro desolante che allontana tanti giovani dalla politica vera intesa con missione civile, impegno sociale, ascolto. Viene spontaneo chiedere allora ad uno dei due candidati sindaci del centrosinistra, l’avvocato Laforgia, se è ancora disposto ad accettare le primarie dopo aver lui stesso affermato qualche giorno fa, di sicuro con cognizione di causa, che sono inquinate. Cosa è cambiato nel frattempo? – conclude il senatore di FdI – Prima lo erano e adesso non lo sono più?».

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