Strage di Erba: sì alla revisione del processo per Rosa e Olindo. Il pg Tarfusser: più leggo gli atti più ci credo

9 Gen 2024 15:06 - di Penelope Corrado

Sì alla revisione del processo sulla cosidetta strage di Erba che ha portato alla condanna definitiva all’ergastolo di Rosa Bazzi e Olindo Romano per l’omicidio di 4 persone l’11 dicembre 2006. Lo ha stabilito la corte d’Appello di Brescia accogliendo la richiesta avanzata dall’avvocato Fabio Schembri, difensore della coppia, e del sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser. La prima udienza dedicata all’esame delle nuove prove, riferiscono fonti legali, è stata fissata in calendario per il 1 marzo prossimo.

Rosa e Olindo sono innocenti? Per il pg Tarfusser sì

«Sono contento, è una grandissima soddisfazione professionale che mi ripaga di tutta una serie di ostacoli e angherie degli ultimi tempi. Sono contento perché vuol dire che evidentemente non ho sbagliato», ha commentato il pg di Milano Cuno Tarfusser che lo scorso aprile aveva presentato un’istanza per chiedere la revisione del processo della strage di Brescia, per cui sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi. Oggi da Brescia è arrivato il primo sì verso la revisione. «Più leggo gli atti e più ci credo, ora tocca alla corte di Brescia. Io sono professionalmente felice», conclude Tarfusser.

Davanti alla corte d’appello di Brescia dovranno sedere il procuratore generale, il collegio difensivo dei coniugi Romano, gli avvocati Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Patrizia Morello e Luisa Bordeaux, ma anche le parti civili ossia i familiari delle vittime tra cui Azouz Marzouk. Nella strage della corte di via Diaz a Erba, sotto i colpi di spranga e coltello, morirono Raffaella Castagna, il figlio Youssef di soli due anni, la nonna del piccolo Paola Galli e una vicina di casa Valeria Cherubini.

Diciassette anni dopo la strage di Erba torna tutto in discussione

Il sì alla revisione del processo arriva dopo che nell’aprile scorso il pg di Milano Cuno Tarfusser aveva presentato una richiesta di revisione, iniziativa poi sostenuta da un’ulteriore richiesta da parte delle difese dei due condannati. L’udienza del primo marzo servirà per discutere, per la prima volta, se approfondire e come alcuni temi centrali nel processo, quindi davanti ai giudici ci sono tre strade: assoluzione, condanna, inammissibilità.

La decisione di queste ore arriva a sorpresa. Contro Olindo Romano e Rosa Bazzi c’è tutto quello (testimone oculare, prova scientifica e confessioni) che la pubblica accusa vorrebbe avere tra le mani per vincere un processo. A quasi 17 anni di distanza dai fatti, invece, Tarfusser e la difesa sono riusciti a rimettere in dubbio quanto i giudici – in ciascuno dei tre gradi di giudizio – non ha mai messo in dubbio. Lo fanno attraverso nuove prove, affidandosi ai progressi scientifici e tecnologici che racchiusi in tre grandi perizie, provano a restituire un’altra verità e a trasformare i colpevoli in possibili vittime di un errore giudiziario. Innocenti la cui condanna è frutto di “falsità”.

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