Il tricolore sventolato dai senatori Pd: uno show ipocrita. Un tempo in aula cantavano l’Internazionale
I senatori del Pd che sventolano il tricolore in aula non sono credibili. Per chi conosce un po’ la storia della sinistra e per chi ha un briciolo di memoria delle vicende politiche dei partiti italiani. Basterebbe ricordare le parole di Palmiro Togliatti: “E’ per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più”. O ancora il fatto che i comunisti nel ’49 intonavano in aula l’Internazionale contro l’adesione dell’Italia alla Nato.
Ma andando avanti nel tempo lo spirito patriottico della sinistra si è sempre più affievolito. Lo testimonia quanto affermò alla Stampa Marco Revelli: «Se ce l’avessero chiesto a scuola, Mameli non l’avremmo cantato. In piazza lo contestavamo da sinistra in nome dell’internazionalismo. Non sapevamo neanche che era stato un eroe, e pure radicale, della repubblica romana…». Indimenticabile all’epoca dei mondiali del 2002 la scelta dell’Unità diretta da Furio Colombo che applaudiva i calciatori che omettevano di cantare l’Inno nazionale.
Storie vecchie, si dirà. Ma qui è calzante la battuta di Giorgia Meloni: “Se a me chiedono conto di ciò che fece Mussolini perché al Pd non si può chiedere conto di nulla?”. Giusto un anno fa Tomaso Montanari, promosso opinionista antimeloniano da La7, se la prendeva con l’Inno di Mameli giudicandolo maschilista, militarista, razzista. Scriveva che il testo parla di “fratelli” e non cita le “sorelle”. E’ centrato sul “nesso essenziale che è quello tra nazione, sangue e guerra”. E poi c’è quel “Dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa”. Immagine che non piaceva, del resto, neanche al democristiano Andreotti. E che dire dell’avversione alle Frecce tricolori? E delle campagne contro il raduno degli Alpini? “Armamentario patriottardo” secondo la sinistra che ha sempre coltivato il mito dell’internazionalismo.
Quando i primi sindaci eletti con An facevano suonare l’Inno di Mameli prima delle sedute del consiglio comunale quelli di sinistra uscivano. Lo raccontava, rammaricato, il sindaco di Crotone Pasquale Senatore, che guidò la città dal 1997 al 2005. E ancora, quando Francesco Storace da presidente del Lazio volle regalare la bandiera italiana agli studenti con un libro che raccontava la storia del Tricolore si levarono tumultuose proteste a sinistra. Che preferisce allevare tra le sue file studenti che scandiscono slogan per Cospito libero snobbando l’album delle glorie patrie risorgimentali. Tutto questo, e molto altro che si potrebbe qui citare, rende ipocrita lo sventolìo di tricolori al Senato contro il ddl sull’autonomia.