Censura rossa trionferà: il filosofo conservatore Savater critica il governo Sanchez, “El Paìs” lo licenzia

25 Gen 2024 9:38 - di Marta Lima

Fernando Savater, filosofo autorevolissimo, opinionista di peso, icona del conservatorismo europeo, da 47 anni era una prima firma del principale quotidiano spagnolo, “El Paìs“, da ieri è disoccupato (si fa per dire, ovviamente), licenziato dal quotidiano per aver espresso critiche al governo socialista di Pedro Sánchez. Se fosse accaduto in Italia, al “Corriere della Sera” o al “Giornale” o perfino a “Repubblica“, cosa sarebbe accaduto? Domande da un milione di euro, alla luce delle attuali polemiche sulla libertà di stampa in Italia.
Fernando Savater, autore di un best seller dal titolo, Carne gobernada: de politica, amor y deseo,  stato licenziato lunedì notte, letteralmente di punto in bianco – scrive oggi il Corriere –  alla vigilia dell’uscita della biografia in cui racconta il suo ‘viaggio politico dalla sinistra giovanile a un costituzionalismo illuminato di destra’, ma anche la ‘leadership caudillista di Sánchez’, il ‘comunismo bolivariano’ di Podemos e perfino della ritrovata libertà sessuale degli anziani…”.

Il filosofo conservatore licenzianto da “El Paìs” dopo 47 anni

Savater scriveva per il quotidiano spagnolo da 47 anni, fino a ieri. I motivi del siluramento li ha spiegato lui stesso in una intervista. «In questo momento ha una linea filo-governativa esagerata — ha commentato Savater in un’intervista a Radio Cope il giorno dopo —. El País è uno strumento che serve a giustificare ed appoggiare il governo e quelli che gli stanno a latere, separatisti e sinistrorsi. Il mio editoriale del sabato smentiva il resto del quotidiano… Qualcuno si sarà spaventato».
Ma cosa si era permesso di scrivere Savater nel suo libro? “Antonio Caño e la sua squadra di professionisti sono scomparsi nelle fogne del nuovo regime da un giorno all’altro, senza spiegazioni. Da giornale progressista e di centrosinistra… è diventato portavoce del peggior governo“, scrive Savater nel suo libro nel quale si è permesso, dunque, di criticare lo stesso giornale.  “Se qualcuno si arrabbia per ciò che scrivo, se ne vada, io sono arrivato prima”, diceva in un’intervista pubblicata da El Mundo poche ore prima del licenziamento. Lo hanno preso in parola.

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