Cadaveri rubati agli ospedali e venduti alle università a 1200 euro l’uno: sgominata la gang dei necrofili in Spagna

30 Gen 2024 12:51 - di Leo Malaspina
Vendevano cadaveri ai ricercatori universitari dopo averli sottratti, in modo illecito, pagando o rubandoli, agli ospedali di tutta la Spagna. Prezzo? Tra 1200 e 500 euro, a seconda delle condizioni del corpo e della sua età. Fa molto discutere in Spagna l’inchiesta che a Valencia ha sgominato un’organizzazione criminale collegata alla vendita di cadaveri, sottratti in maniera illegale da ospedali e residenze di anziani per rivenderli a università a fini di studio, a 1200 euro l’uno. Secondo quanto segnala la polizia in una nota, la rete messa in piedi da un’agenzia di pompe funebri è arrivata a fatturare oltre 5.000 euro a un ateneo per realizzare undici cremazioni dei corpi, una volta studiati, non registrate in nessuna delle ricevute rilasciate dalle agenzie funerarie che operano nella città. Una pratica diffusa in tutto il mondo, a quanto pare, visto che nelle stesse ore anche negli Usa, in Arkansas, un ex lavoratore di un’azienda di pompe funebriè stato arrestato per aver  venduto parti di corpo di persone decedute rubate durante i suoi turni di lavoro: gli acquirenti sono stati agganciati su Facebook. Un 36enne è stato accusato di aver venduto almeno 20 scatole di parti del corpo prelevate da cadaveri.

Lo scandalo dei cadaveri venduti in Spagna

L’inchiesta spagnola ha preso il via agli inizi del 2023, dopo una denuncia alla polizia che il cadavere di un paziente defunto era stato ritirato dall’obitorio di un ospedale un maniera irregolare da parte dell’agenzia poi incriminata, che aveva falsificato il registro dei morti e la documentazione successivamente inviata al Registro Civile. Dopo una serie di ricerche, gli investigatori hanno comprovato che due lavoratori dell’agenzia funeraria avevano ritirato il cadavere dalla sala mortuaria per trasferirlo a un’università, alla quale era stato venduto per 1.200 euro, invece di seppellirlo nella località di residenza del defunto a spese del Comune.
Lo stesso modus operandi era stato impiegato per altri defunti, che l’organizzazione cercava soprattutto fra anziani stranieri, deceduti in ospedali o in residenze geriatriche e senza familiari, che potessero reclamarne i corpi. Dall’inchiesta sono emerse irregolarità anche nella cremazione dei corpi che, una volta impiegati per le autopsie a fini di studio, le università riconsegnavano all’agenzia funeraria. Secondo gli investigatori, gli addetti introducevano i resti nei feretri di altri defunti, realizzando in un solo incenerimento la cremazione di più cadaveri, per risparmiare sui costi che invece venivano addebitati e fatturati agli atenei. Al termine dell’operazione sono state arrestate quattro persone, delle quali una con precedenti penali, e denunciate per associazione criminale finalizzata al traffico di cadaveri.
In Cina, invece, si indaga sul caso di una ragazza 16enne suicidatasi gettandosi da un edificio e il cui cadavere è stato venduto dai genitori adottivi per 66mila (9.153 dollari) proprio per un matrimonio fantasma.

 

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