Bobbio giù dagli altari. Non merita di essere un “santino”: ammirava l’Urss pur conoscendone le nefandezze
Il santino di Norberto Bobbio non convince. E lo spiega il filosofo Michele Marsonet in un articolo su Atlanticoquotidiano pubblicato in data odierna da Italia Oggi. “Un’attenta lettura delle opere di Bobbio – avverte Marsonet – dovrebbe indurre a una maggiore prudenza”.
Il motivo? “Inizio allora dicendo – prosegue l’articolo – che sulla genuinità dell’ispirazione liberale di Bobbio i dubbi sono più che legittimi. Valga per tutti la sostanziale ammirazione che egli nutriva per le cosiddette “democrazie popolari”, vale a dire per la ex Unione Sovietica e i suoi Paesi satelliti”. Ammirazione che non può albergare in un liberale autentico.
Inoltre “lo studioso torinese era convinto che il marxismo fosse l’espressione più alta del pensiero contemporaneo. A suo avviso esso riprende ed espande l’eredità dell’Illuminismo, portando a termine la liberazione dai pregiudizi religiosi e confidando senza remore nel progresso costante e illimitato delle scienze, tanto nell’ambito della natura quanto in quello della società e dell’economia”.
Di qui l’ammirazione per l’esperimento sociale “condotto dal comunismo sovietico, che a suo parere ci avrebbe finalmente insegnato a vedere la storia “dalla parte degli oppressi”. Non stupiscono quindi – sottolinea Marsonet – le sue lunghe e cordiali discussioni con Palmiro Togliatti e con i suoi successori alla guida del PCI. Bobbio, che pur sapeva del gulag e dell’oppressione dei cittadini nell’Urss, era comunque convinto che quell’esperimento fosse giustificato poiché rispondeva a elementari criteri di giustizia sociale”.
Sicuri dunque che Bobbio meriti una acritica esaltazione? Non sarebbe meglio valutare attentamente il pensiero delle icone della sinistra prima di innalzarle sugli altari?