“Vivi troppo all’occidentale”: marocchino massacra di botte la figlia perché si truccava: condannato

8 Dic 2023 19:12 - di Angelica Orlandi
Marocchino botte figlia

“Vivi troppo all’occidentale”. Con questa scusa un cinquantenne marocchino, che prendeva a botte moglie e figlia perchè si truccavano, è stato condannato dal Tribunale di Firenze a 8 anni di reclusione. Il Tribunale ha anche stabilito una provvisionale di 25mila euro per la moglie (oggi separata dal marito); e 10mila euro per ognuno dei 4 figli, minorenni anche all’epoca degli episodi contestati: tutti assistiti dall’avvocato Samuele Zucchini. L’uomo, difeso dall’avvocato Andrea Benigni, è stato però assolto dall’accusa di tentato omicidio. La Procura aveva chiesto 18 anni di reclusione.

Marocchino, 8 anni di reclusione per le percosse alla figlia

Nel novembre del 2020, al culmine dell’ennesimo atto di violenza nei confronti delle due donne, il marocchino venne arrestato. La moglie aveva chiesto il divorzio. Ma per problemi economici legati anche al sostentamento dei quattro figli minorenni, era stata costretta a restare in casa, seppur in una stanza separata, continuando a subire i maltrattamenti.

Una lunga serie di violenze verso molgie e figlia

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Beatrice Giunti, portarono a una lunga serie di episodi di maltrattamenti che sono stati contestati all’imputato durante il processo. Tutte condotte quasi sempre dettate dalla volontà di impedire alla moglie e in particolare alla figlia di “vivere all’occidentale”. Pestaggi in cui in almeno un’occasione il marocchino avrebbe usato anche un manico di scopa contro la ragazza: “colpevole” di essersi integrata con i coetanei assumendo le loro abitudini di vita. L’esasperazione della fede islamica da parte dell’imputato è stato l’aspetto principale del procedimento.

Marocchino condannato: le nozze erano combinate

Il processo ha ricostruito anni e anni di soprusi che si sarebbero consumati nell’abitazione nella zona fiorentina di Careggi dove viveva la famiglia. E’ emerso che anche il matrimonio con la moglie, di quasi dieci anni più giovane, era stato combinato dalle rispettive famiglie. E così la convivenza era diventata  un incubo. Durante le gravidanze, la donna non era ‘autorizzata’ neanche a sottoporsi ai controlli di routine. Men che meno a rendersi autonoma con un lavoro. Un incubo non soltanto per la moglie, ma anche per la figlia più grande, colpevole, agli occhi del marocchino integralista, di voler vivere “all’occidentale”.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi