Patto di stabilità, la lunga notte dei coltelli di Bruxelles: nessun accordo. Giorgetti: “Regole siano coerenti con obiettivi”

8 Dic 2023 9:04 - di Bianca Conte
Patto di stabilità

«Il nostro obiettivo è che ci sia un accordo politico in questa riunione dell‘Ecofin” sulla riforma del Patto di stabilità», aveva esordito la ministra dell’Economia spagnola Nadia Calviño poco prima che la lunga notte e di una defatigante maratona negoziale notturna che ha visto i ministri delle Finanze dell’Ue rinchiusi nell’Europa Building, a Bruxelles, per ordine della presidenza spagnola, che puntava a portarli ad un accordo sulla riforma del Patto di stabilità. E invece, nulla di fatto: nessun accordo tra i Paesi membri dell’Ue. I tentativi di arrivare ad un’intesa sono falliti dopo circa otto ore di confronti, proposte, controproposte e trattative, riamaste lettera morta. O quasi.

Patto di stabilità, caos nelle riunioni notturne a Bruxelles

«La presidenza spagnola ha messo sul tavolo un nuovo testo di compromesso – spiegano fonti Ue – abbiamo fatto molti progressi», ma è «un negoziato difficile» e «ci stiamo arrivando. C’è la volontà di chiudere un accordo, ma deve essere ancora fatto del lavoro. Servono una valutazione giuridica e consultazioni sulla nostra proposta, che non è stato possibile concludere stanotte. Siamo arrivati fino a dove si poteva, continueremo il lavoro nei prossimi giorni: gli elementi per un accordo ci sono, serve un lavoro finale sulla redazione giuridica del testo e sulla calibrazione», concludono.

Ancora troppo distanti le posizioni tra i 27 Paesi

Ma tra le dichiarazioni d’intenti e la risoluzione finale c’è di mezzo il pieno disaccordo e il totale caos che ha regnato sovrano nella notte tra i contraenti. Le posizioni tra i 27 Paesi erano ancora troppo distanti, nonostante la manifesta volontà di trovare una soluzione condivisa. E allora, da una parte la Germania e i suoi sodali protesi verso la linea dell’austerità. Dall’altro lato del tavolo i Paesi ad alto debito con la proposta di una quadra a geometrie variabili: Italia-Francia-Spagna. La presidente di turno, la ministra spagnola Nadia Calviño, puntava a vincere la sfida del disaccordo e a sventolare la bandiera del compromesso per suggellare la sua nomina a presidente della Bei, blandendo di fatto i desiderata tedeschi.

Giorgetti ribadisce: «Servono regole coerenti con obiettivi»

Durante il primo giro di tavolo nella cena dell’Ecofin sulla riforma, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha tenuto il punto. E in un intricato coacervo di posizioni e proposte dissonanti ha ribadito che le regole di bilancio devono essere coerenti con gli obiettivi che l’Ue, e i suoi Paesi, si sono dati per la transizione verde e digitale e per la difesa. Inoltre, riferiscono fonti italiane, Giorgetti ha ripetuto che la riduzione del debito deve essere graduale e sostenibile.

Giorgetti in sintesi: meglio le vecchie regole, se nessuna intesa è possibile

«La riduzione del debito deve essere graduale. Realistica. Sostenibile», è la sintesi dell’intervento del ministro italiano, peraltro già anticipato al Parlamento martedì scorso. In sintesi cioè: meglio le vecchie regole, se nessuna intesa è possibile. L’obiettivo dell’Italia, infatti, è l’esclusione dal computo del deficit degli investimenti necessari alla transizione green e digitale. Oltre a quelli per la difesa che, comunque, dovrebbero essere trattati come «fattore mitigante». E, dunque, attutire la procedura per deficit eccessivo se i conteggi nel loro cumulo causassero uno sforamento del tetto del 3% del deficit/Pil.

Patto di stabilità: Italia e Francia sulla stessa linea con la Finlandia

E su questa linea di ferro Italia e Francia potrebbero vedere allineato un insospettabile alleato: la Finlandia, tradizionalmente schierata sul fronte frugale, ma ora governata da un centrodestra più «sviluppista». Non a caso, al suo ingresso al summit la ministra delle Finanze, Rikka Purra, ha dichiarato emblematicamente che «la Finlandia è per delle regole oggettive ma realistiche». Parole che sono sembrate riecheggiare quelle del ministro Giorgetti. E che l’hanno portata a concludere (prima ancora di iniziare) di non essere «così ottimista». Helsinki vorrebbe un’estensione a 7 anni dei piani di aggiustamento di modo tale che obiettivi e riforme possano svilupparsi dal 2027, una volta esaurita l’attuazione del Pnrr e dei suoi investimenti. Una posizione, quella finlandese, che trova il favore anche della Francia.

Helsinki propone un’estensione a 7 anni dei piani di aggiustamento

La finlandese Rikka Purra ha spiegato insomma che, a suo modo di vedere, i Paesi dovrebbero prendere impegni anche dopo il piano di aggiustamento. Un punto di partenza su cui l’Italia sarebbe d’accordo. Italia, da parte della quale c’è apprezzamento per le posizioni espresse dalla Francia, che sono molto vicine alle nostre. Intanto, il primo giro di tavolo di ieri sera si è concluso alle 21.40. Dopodiché c’è stata una lunga sospensione. E la riunione è ripresa intorno alla mezzanotte. Al centro del confronto, sempre uno dei punti essenziali per il nostro Paese: il trattamento contabile degli investimenti nella transizione ecologica e digitale e nella difesa.

E la proposta di compromesso della presidenza spagnola non incontra il gradimento di nessun Paese

Ma il testo di compromesso messo sul tavolo dalla presidenza spagnola, secondo le fonti, non avrebbe incontrato il gradimento di nessun Paese. L’impressione che viene riferita è che la trattativa sia in salita. Ci sarebbero anche perplessità sul ruolo della ministra Nadia Calvino, interessata alla presidenza della Bei, circostanza oggettiva che può far dubitare dell’imparzialità della presidenza. L’Italia vuole un accordo, purché non sia penalizzante per il Paese.

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