Foti cita Marinetti, la sinistra sente “puzza” di fascismo ma sono loro che vanno troppo spesso in puzza (video)

30 Dic 2023 20:23 - di Vittoria Belmonte
Foti Marinetti

Finora Tommaso Foti, corretto e civile capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, era sfuggito all’occhiuta vigilanza dei “democratici” sempre pronti a sventolare il bavaglio verso l’avversario. Nessun processo mediatico a suo carico, nessuna gogna o sopracciglio alzato. Ora però Foti, nel suo discorso alla Camera sulla manovra, ha avuto l’ardire di citare Filippo Tommaso Marinetti: “Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!‘”. I colleghi del gruppo lo hanno applaudito. E’ una sfida – ha aggiunto – “che continua e che intendiamo portare avanti in tutta questa legislatura con il nostro amore per l’Italia perché, amici del gruppo di FdI, come diceva una cara e nostra canzone “Il domani appartiene a noi“.

Ed ecco che il capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera Arturo Scotto sente puzza di fascismo (o che sia l’olezzo di vecchio che il Pd si porta addosso, con le sue stantìe parole d’ordine, con i suoi steccati vetusti, col suo logoro senso di superiorità?). Una “puzza” – afferma – che quelli di FdI non riescono a togliersi di dosso. Strano, perché a destra l’igiene è di casa – parafrasando sempre il nostro Marinetti – mentre è a sinistra che, tradizionalmente, eskimo e capello lungo erano sinonimo – diciamo – di scarsa propensione alla doccia (anch’essa di sinistra secondo il noto decalogo del film “Maledetti vi amerò” in cui la vasca da bagno era assegnata alla destra…).

Scherzi a parte il colpo dev’essere stato duro se pure il Montanari di turno ci mette il suo carico di bilioso risentimento. Marinetti? Ma come si fa a citare Marinetti? E meno male che sarebbe pure – il suddetto – uno storico dell’arte. Ma l’antifascismo a volte fa vedere nero, troppo nero, e la mente non segue ragionamenti lucidi.

Fa sghignazzare poi il fatto che la citazione de Il domani appartiene a noi abbia procurato così tanti mal di pancia. Prima hanno scritto che Foti aveva citato Tolkien. Invece ha citato il titolo di una canzone della Compagnia dell’Anello (nome che si ispirava a Tolkien) gruppo di musica alternativa molto amato dai militanti di destra alla fine degli anni Settanta. La canzone non è mai stata inno ufficiale delle organizzazioni giovanili missine ma tutti la cantavano lo stesso in segno di sfida al “sistema”. E’ una canzone che parla di vittoria sull’oscurità, della “terra dei padri”, della tradizione. Nulla a che fare con gli squadristi del Ventennio, ma non va bene neppure quella. Possono allora sempre farsi una cantatina di Bella ciao e recuperare la serenità perduta.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *