Bronchioliti, pandemia più lieve dell’anno scorso, ma più casi gravi. I pediatri: il picco entro 3 settimane

28 Dic 2023 9:22 - di Redazione
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Bronchioliti, pediatri e neonatologi, numeri alla mano, e considerati dati preliminari e possibili proiezioni, prevedono l’apice dei casi tra 2 o 3 settimane. A tracciare per l’Adnkronos Salute il quadro delle conseguenze dell’infezione da virus respiratorio sinciziale Rsv è Andrea Dotta, componente del direttivo Società italiana di neonatologia (Sin) e responsabile della Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Che, allo stato dei riscontri attuali, afferma: «I numeri sono ancora un po’ oscillanti, ma stanno mediamente crescendo: non abbiamo ancora raggiunto il picco. E non è facilissimo prevedere quando questo accadrà. In ogni caso, analizzando i dati degli altri Paesi, come l’Australia che ha l’inverno australe 6 mesi prima del nostro. Valutando la curva epidemiologica, e confrontandola con quella dello scorso anno, ci aspettiamo l’apice tra 2 o 3 settimane».

Bronchioliti, pediatri e neonatologi avvertono: tra 2 o 3 settimane raggiungeremo il picco

«Lo scorso anno – ricorda – era stato estremamente critico perché si sono associate le infezioni da virus respiratorio sinciziale, da Covid e da influenza, che si sono presentate insieme con un numero estremamente alto di casi tra i piccoli. Parliamo di almeno 4 volte tanto rispetto ai periodi pre-pandemici. Quest’anno l’epidemia sembra essere un po’ più lieve dello scorso anno. Ma sono dati preliminari perché ancora non abbiamo raggiunto il picco. I numeri sembrano essere inferiori, ma sicuramente abbiamo numerosi casi gravi soprattutto di bambini lattanti sotto i 3 mesi di età. La percentuale dei pazienti gravi rispetto ai pazienti meno gravi, considerando ovviamente il gruppo degli ospedalizzati, quest’anno è maggiore. Al Bambino Gesù, per esempio, al momento abbiamo 8 neonati gravi, in assistenza respiratoria».

Pandemia più lieve rispetto all’anno scorso, ma con una percentuale di casi gravi maggiore

Il maggior numero di casi gravi, spiega Dotta, si ha soprattutto quando «si associano più virus. Abbiamo pazienti che hanno sia il virus respiratorio sinciziale sia altri patogeni, che siano virus o batteri». C’è «sicuramente una più elevata esposizione a più germi, anche perché le attenzioni che c’erano state nel periodo pandemico – mascherina, niente luoghi troppo affollati, distanziamento, e che sono le attenzioni per i piccoli che noi della società italiana di neonatologia sottolineiamo da sempre – sono del tutto crollate. Quindi adesso, con le festività natalizie, ci aspettiamo il picco, dopo gli incontri dei gruppi familiari, i viaggi. Queste situazioni espongono i più piccoli a rischi maggiori».

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