Bonus edilizi e rdc: a Napoli furbetti da record, scoperta una truffa da 607 milioni di euro

7 Dic 2023 10:07 - di Davide Ventola

Avevano fatto il bingo della truffa: reddito di cittadinanza e super bonus edilizi, senza averne diritto. Una clamorosa truffa sui bonus edilizi (ma anche sul rdc) è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Napoli, che ha sequestrato crediti per oltre 607 milioni di euro vantati da 105 soggetti tra persone fisiche e giuridiche. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura.

L’indagine della Guardia di Finanza di Napoli

Complessivamente, risultano indagate 98 persone che dovranno rispondere di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. In particolare, l’attività, svolta dalle Fiamme gialle del Gruppo di Frattamaggiore, fa seguito agli esiti di analoga indagine delegata che ha già portato, nel corso del 2022, a sequestrare circa 903 milioni di euro, in relazione alla circolazione di crediti fittizi per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico nonché a canoni di locazione previsti dal Decreto “rilancio”. Con l’esecuzione dell’odierno provvedimento, sono stati sottoposti a sequestro un totale di 1,5 miliardi di euro di crediti falsi, originati in prevalenza nel biennio 2021/2022.

Molti dei truffatori dei bonus edilizi erano percettori del reddito di cittadinanza

I Bonus fiscali riguardavano lavori edili mai eseguiti concernenti riqualificazione energetica, ristrutturazione e adeguamenti sismici per lo più ottenuti da società che non avevano consistenza aziendale e solidità patrimoniale.

Tra le società indicate come esecutrici dei lavori – mai realizzati – figurano anche gelaterie, profumerie, sale giochi e ditte per il commercio ambulante. Complessivamente sono 98 i soggetti indagati: tra le persone fisiche ne risulta una agli arresti domiciliari che aveva già comunicato la disponibilità di crediti per oltre un milione di euro, in parte già ceduta a terzi. Tra le persone fisiche c’erano anche soggetti che nulla avevano a che fare con l’attività d’impresa. Inoltre i rappresentanti delle società spesso sono risultati percettori o richiedenti del reddito di cittadinanza. Alcuni erano riusciti a monetizzare i crediti per tre milioni e mezzo di euro attraverso la negoziazione con le banche.

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