“Tito non si tocca”. Il compagno Zaratti fa insorgere FdI. Urzì: la sinistra non riesce a fare i conti con la storia
Il maresciallo Tito? E che ha mai fatto di male? Secondo il compagno Filiberto Zaratti, portato in Parlamento dai Verdi-Sinistra, per revocare il titolo di cavaliere di gran croce conferito al dittatore comunista responsabile delle foibe nel 1969 c’è bisogno di “prove”.
Zaratti (Avs): “Non ci sono prove sui crimini di Tito”
“Allo stato – dice Zaratti – non esiste una condanna delle corti internazionali a carico di Tito“, ha detto all’Huffington Post. Insomma è contrario alla proposta di Fdi di revocare post mortem la carica di Cavaliere. “Allora che facciamo con Mussolini? Più crimini contro l’umanità di lui che ha mandato la gente nei lager…”, ha osservato Zaratti.
Dalle sue parole – si indigna Walter Rizzetto di FdI – “comprendo che non conosce fatti storici importanti come la tragedia delle Foibe e i massacri operati per mano del dittatore Tito”.
Rizzetto: rispetto per gli italiani caduti nelle foibe
“Ricordo – continua – che Tito fu ispiratore ed esecutore dello sterminio di migliaia di italiani nelle foibe. Oltre 350mila connazionali furono costretti all’esilio dalle terre italiane – in cui erano nati – di Istria, Fiume e Dalmazia per sfuggire alla repressione dei partigiani comunisti del maresciallo Tito e alla pulizia etnica. Io mi batto, insieme al gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato, per mantenere vivo il ricordo della tragedia delle foibe e dell’esodo forzato degli italiani. Chiediamo giustizia, rispetto e attenzione in onore di tutti gli italiani ed è per questo che vogliamo la revoca dell’onorificenza a Tito. Noi stiamo dalla parte della verità storica, dalla parte degli italiani. Mi spiace che c’è chi ancora è negazionista di quegli orrendi eccidi”, conclude l’esponente di FdI.
Montaruli: Zaratti vada a studiare e non parli a vanvera
Augusta Montaruli, vicepresidente del gruppo FdI alla Camera, accusa: “Siamo tutti consapevoli che Tito si macchiò di terribili crimini contro l’umanità dopo la seconda guerra mondiale e appare sconcertante che vengano chieste prove della sua colpevolezza. Consigliamo all’esponente di Verdi-Sinistra Zaratti, prima di parlare a vanvera, di ristudiare la storia e non essere negazionista”.
“Sulla revoca dell’onorificenza di cavaliere di gran croce della Repubblica italiana al dittatore Tito è riaffiorato oggi in commissione Affari costituzionali della Camera il vecchio armamentario ideologico della sinistra – afferma Alessandro Urzì, capogruppo di FdI in Commissione Affari Costituzionali della Camera – La distinzione l’ha fatta l’onorevole Gianni Cuperlo, attento nel definire il maresciallo Tito un dittatore, ma molto più in difficoltà a riconoscere come meritoria l’iniziativa legislativa portata in parlamento da due distinte iniziative di legge a prima firma Rizzetto e Rampelli. Si celebri questo momento come il completamento del percorso di acquisizione di consapevolezza storica consacrata dalla introduzione fra le giornate del calendario repubblicano di quella dedicata al ricordo delle Foibe”.
Urzì: sinistra in difficoltà nel giudizio sulla storia
“Purtroppo – conclude Urzì – il richiamo a il rischio di ‘opposte retoriche negazioniste’ o di ‘uso politico della storia’ richiamato dal partito democratico ha mostrato la difficoltà ancora oggi esistente a chiudere i conti con una storia orribile che ha mutilato l’Italia e procurato una frattura solo oggi faticosamente ricomposta in uno spirito di fratellanza europea. Che però non può precludere il giudizio sulla storia. La Repubblica italiana non può tollerare onorificenze al carnefice Tito, ma non può nemmeno sopportare i giustificazionismi che per decenni hanno negato all’Italia il diritto di conoscere quella tragedia”.