Tajani: “Siamo pronti a curare in Italia i bambini palestinesi. Quel popolo deve avere un futuro”

13 Nov 2023 14:13 - di Luciana Delli Colli
tajani bambini palestinesi

La questione umanitaria della Striscia di Gaza resta all’apice dell’impegno dell’Italia, pratico e diplomatico, nella difficile gestione della crisi. A ribadirlo è stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, da Bruxelles dove si è recato per il Consiglio Affari esteri. “L’Italia continua a essere in prima fila per gli aiuti alla popolazione civile” della Striscia di Gaza, ha detto Tajani, spiegando che “siamo pronti a inviare un ospedale da campo, come siamo pronti a curare in Italia i bambini palestinesi feriti”.

L’Italia in prima fila per la liberazione degli ostaggi e la tutela della popolazione palestinese

“Chiediamo tutti la liberazione immediata di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas, senza contropartite. Chiediamo anche pause urgenti, umanitarie, per permettere alla popolazione civile palestinese di potersi allontanare dai luoghi di combattimento e per permettere altresì l’ingresso di beni per la popolazione, attraverso l’incremento dei Tir che passano per il valico di Rafah”, ha aggiunto Tajani, parlando a margine del Consiglio e ribadendo la necessità di assicurare un futuro ai palestinesi con un loro Stato: “È giusto che ci sia una fine alle sofferenze di questa gente, che nulla ha a che vedere con i criminali di Hamas”.

Uno scenario possibile per il futuro della Striscia di Gaza, “parte di uno Stato palestinese”

Il ministro, quindi, riferendo che al centro del dibattito in Consiglio “c’è stato anche il documento italo-franco-tedesco, che ha l’obiettivo di isolare Hamas, impedirle di nuocere, ridurle i finanziamenti e impedire che ci sia una impennata di antisemitismo in Europa e nel mondo”, è tornato sul fatto che la Striscia di Gaza “deve essere parte di un futuro Stato palestinese: noi riteniamo che l’unica organizzazione legittimata a governare lo Stato palestinese sia l’Anp, che deve modificarsi e modernizzarsi”. “In una fase di transizione, per esempio, potrebbe esserci una presenza delle Nazioni Unite, anche per evitare un ritorno di fiamma, una presenza tipo Unifil, come al confine tra Israele e la zona controllata da Hezbollah, nel sud del Libano”, ha spiegato Tajani, ribadendo che “noi siamo pronti a fare la nostra parte qualora dovesse essere richiesto”.

L’Italia pronta a fare la sua parte

Tajani, quindi, ricordando che, come annunciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, “stiamo per inviare carabinieri per fare da ponte tra la polizia palestinese e quella israeliana”, ha sottolineato che “l’Italia, che ha una grande credibilità nell’area mediorientale, può svolgere un ruolo importante anche per il futuro”, in vista della soluzione dei due Stati di una realtà, che deve avere come obiettivo finale la creazione di due Stati.

I ministri degli Esteri Ue “non hanno parlato di sanzioni all’Iran”

“Anche oggi è emerso il pieno sostegno al diritto di Israele a difendersi. Ho insistito anche sulla questione degli ostaggi, che vanno rilasciati senza condizioni. Bisogna lavorare perché il conflitto non si allarghi”, ha poi chiarito il titolare della Farnesina, rivolgendo quindi lo sguardo all’Iran, che “non deve appoggiare le aggressioni” di Hezbollah contro Israele. Nel Consiglio, comunque, ha chiarito Tajani, “non si è parlato di sanzioni all’Iran. Credo che debba abbassare i toni: non è il momento di gettare benzina sul fuoco nell’area mediorientale. L’importante è che l’Iran comprenda che Hezbollah non può continuare a lanciare missili su Israele e che non si può più dire che lo Stato di Israele, come è stato detto anche all’Onu, deve essere cancellato dalla carta geografica”.

Lo sguardo sulla politica interna: “Nei momenti di crisi l’opposizione dovrebbe contribuire alla soluzione dei problemi”

Ma il ministro e vicepremier, sollecitato dalle domande dei giornalisti, si è anche soffermato sul fatto che “nonostante due guerre alle porte, la situazione economica del nostro Paese, a livello europeo, vive un momento di minor difficoltà rispetto ad altri Paesi: di fatto sarà l’unico Paese che non sarà in recessione”. “Grazie a 4 milioni di Pmi, grazie ad un sistema industriale forte, siamo la seconda manifattura europea, l’Italia – ha sottolineato Tajani – riuscirà a superare questo momento di difficoltà provocato da fatti esterni, compreso l’aumento dei tassi di interesse, che è causato dall’aumento del costo delle materie prime”. “Fortunatamente – ha poi aggiunto – la Bce ha deciso di non continuare ad aumentare i tassi, perché così si aiuta la ripresa. Devo dire che in Italia aumenta anche l’occupazione: questo è un fatto positivo. Le agenzie di rating danno sostanzialmente un giudizio positivo sull’economia del nostro Paese”. Infine un monito all’opposizione: “Fa il suo mestiere, ma quando c’è una crisi economica, quando ci sono delle difficoltà, dovrebbe contribuire alla soluzione dei problemi, non a creare maggiore confusione”.

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