Perez-Reverte: gli estremisti islamici ce l’hanno con le donne perché sono frustrati dalla loro “pia morale”
E’ un articolo provocatorio e molto duro quello con il quale lo scrittore spagnolo Arturo Perez-Reverte ha cominciato, domenica, la collaborazione con Il Giornale. Un articolo che parte dai video delle ragazze braccate e violate dai miliziani di Hamas per allargare il discorso ai modi con cui gli estremisti islamici si oppongono alla libertà delle donne.
“Nel mondo dell’estremismo islamico – scrive Perez-Reverte – nelle dittature teocratiche, spronati dal clero e dal marcio che molti di loro nascondono sotto le tonache pestilenziali, quando se ne presenta l’occasione esplodono uomini frustrati e condannati alla solitudine, alla repressione, all’insoddisfazione sessuale e alla compagnia sociale esclusiva di altri uomini”.
“Esplodono – prosegue l’articolo – sotto forme di violenza camuffate da religione che, come nel recente caso di Israele e Gaza, sono pretesti per camminare, fotografare, palpeggiare e distruggere, se possono, i corpi delle donne che i loro sacerdoti gli vietano di avvicinare in altro modo. Gli uomini di Hamas a Gaza le molestavano non solo perché erano ebree, ma anche perché erano donne libere, poco vestite, senza veli, che offendevano Dio. Ecco perché il grido «Allah Akbar» è stato illuminante, perché trasmetteva tutto il fanatismo, l’ipocrisia, la repressione sessuale, la bassezza di cui gli esseri umani, gli uomini in questo caso, sono capaci: la masturbazione mentale e non solo mentale – di fronte a donne prima irraggiungibili e ora indifese, il desiderio insoddisfatto che alla fine si vendica travestito da morale pia e moralista”.
“Ecco perché l’islam – conclude Perez-Reverte – eccellente sotto tanti punti di vista – famiglia, dignità, disciplina, rispetto – è così sporco in questo: gli uomini chiamano «puttane» le donne che si scoperebbero se potessero. Il problema è che né loro né i loro sacerdoti glielo permettono. Preti che probabilmente se le scoperebbero loro stessi se potessero: basta guardare le loro facce, i loro gesti, il loro ipocrita indice alzato verso Dio. Basta ascoltare le loro sordide ragioni e le loro sporche parole”.