Nino Strano concepiva la politica nel suo fine più alto e nobile: il bene della comunità
Ho avuto la gioia di ritrovare Nino a Roma, in Senato, dopo la fortuna di averlo conosciuto e goduto della sua amicizia, negli anni dell’università nella nostra amata Catania. Nella XV e XVI legislatura al Senato della Repubblica, fui anche suo collaboratore personale. Infaticabile, coinvolgente e politicamente determinato oltre che ineccepibile sotto il profilo culturale fu ogni suo intervento sia nella Commissione per le politiche europee della quale fu segretario sia in Commissione Cultura dove fu particolarmente impegnato nelle iniziative legislative che riguardavano lo spettacolo, i teatri e il cinema.
Della politica visse i fondamenti più nobili
Non meno rilevante fu il suo contributo con emendamenti opportuni al disegno di legge di riforma dell’esame di Stato della scuola secondaria superiore. Fece tutto con grande pazienza, umiltà e prudenza, sostenuto da un patrimonio di conoscenze e saperi che abbracciavano filosofia, storia, arte, musica, letteratura e soprattutto spirito di umanità e filantropia. Lo accompagnavo nelle visite istituzionali da Ambasciatori, autorità e assistevo ai suoi colloqui e talvolta gestivo la lunga lista di persone che chiedevano di incontrarlo e tra queste anche persone semplici e bisognose, alle quali Nino non fece mai mancare anche solo un sorriso e una parola di incoraggiamento. Della politica colse, incarnò e visse i fondamenti più antichi e più nobili, quelli che già in Platone e in Aristotele furono teorizzati per assicurare il bene, l’armonia e la stabilità di ogni comunità di vita associata, della città e dello Stato.
Non sapeva stare lontano da Catania
Non amava rimanere a lungo a Roma e dopo i lavori dell’Assemblea correva per tornare nella nostra Città, chiedendomi spesso come io invece fossi riuscito a stare così tanto tempo lontano da Catania… Dopo diversi anni e più che mai oggi, colgo l’intimo senso di quell’appello e della sua inquietudine. Nino è stato una persona molto importante nella mia vita e al di là di come egli voleva o sceglieva di apparire, era ancora più grande e luminoso quando decideva di aprire il suo cuore e far parlare il suo spirito senza infingimenti o maschere, a coloro che egli solo sceglieva.
Si è speso con ogni energia per la crescita della Sicilia
È stato un uomo, un politico e un amico vero che ha amato la nostra Sicilia e si è speso con ogni energia per vederla crescere e risplendere come quella “terra che fu abitata dagli dèi e dove gli dei forse ancora abitano” (Tomasi di Lampedusa). In questa dimensione pertanto ritengo di doverlo collocare e lasciare che venga ricordato. Su un olimpo al di sotto del quale si aggirano nani e ballerine come anche iene e sciacalletti che non sono Gattopardi, ma sono convinti di essere il sale della terra… Nino ci sorride e ci guarda con affetto da lassù e non ha bisogno d’altro. La vita gli ha dato e gli ha tolto e questo basta. Requiescat in pace.
*L’autore, docente di filosofia al liceo classico Virgilio di Roma, è stato più volte consulente della commissione parlamentare Antimafia