Littizzetto al veleno contro la Meloni: prosegue il triste rituale della “letterina” di insulti al governo
Luciana Littizzetto ha trovato un triste filone da perseguire: insultare il premier Meloni ad ogni puntata. Anche nell’ultima di “Che tempo he fa” in onda sul Nove si getta a capofitto nella denigrazione che non fa ridere più nessuno. Sfocia nello scontato e nel banale il “rito” consunto della letterina. A chi se non ai comici russi Vovan e Lexus la comica torinese poteva scrivere per sciorinare la sequela di improperi volgari alla premier? Agli autori dello scherzo della telefonata-fake scrive: “Cari Vovan e Lexus, Ric e Gian della tundra siberiana, Piosky e Amedeosky della steppa sconfinata a 40 sotto zero. E cari anche amici dei servizi segreti russi e a tutti i figli di Putin in collegamento in questo momento. Priviet a tutti”. Fin qui i saluti.
Littizzetto, la sua “letterina” di insulti contro Meloni
Poi inizia il cattivo gusto: ” So che è difficile far ridere in questo momento che definirei eufemisticamente di merdosky: c’è la guerra, ci sono i virus, la crisi climatica; inondazioni, terremoti, inflazionee ogni sfiga che scende dal cielo, però lasciate stare Giorgia. Che tra l’altro si chiama Giorgia con la ‘I’, non ‘Georgia’ come l’avete chiamata voi. La nostra Giorgia non è uno stato caucasico. È una donna, una madre, una cristiana; e pure con uno staff non di geni assoluti”. Veleno e livore si sprecano: “Lasciate stare la nostra Melonskova che fra un po’ la raccogliamo col cucchiaino. Fermatevi, fatelo in nome del lettone di Putin che ha unito a lungo i nostri due popoli. Non è il momento. Ora non sto a spiegarvi, ma non lo è. Er Meloni adesso è sotto un treno, come Anna Karenina, che voi dovreste conoscere bene”. Che dire? E’ comicità?
Littizzetto scrive ai comici russi per sbeffeggiare il governo
Trito e ritrito il resto, quando ripertica il caso di Andrea Giambruno: segno che la vis comica della Littizzetto- quella sì- va raccolta col cucchiaino… La sua letterina è una melassa di luoghi comuni . Senza Meloni oni non vivrebbe la puntata. “Ha passato dieci anni di vita con un uomo dal ciuffo importante, e qualche giorno fa è finita. Capita. Come dite voi in Russia, ‘Tutte le famiglie felici si assomigliano, ma ogni famiglia c’ha un Giambruno che si tocca il pacco a modo suo‘. Capisco che fare i comici in Russia deve essere dura”, comincia a sparare nel mucchio: “Per noi è più facile perché mal che vada abbiamo Salvini che qualche boiata la spara sempre. Invece per voi – prosegue la Littizzetto – basta niente che Vladimir vi fa volare casualmente dal quarto piano come gli oligarchi russi”. Insomma, il consueto e lungo monologo contro il governo.
Un utente social: “Scusa, ma su Soumahoro non dici nulla?
Poi i soliti giochetti di parole: “Non venite a strapparci il Premier di bocca. Ve lo dico in inglese:don’t touch my melons, e anche in russo: astarzia pacoe Melosnska. Fate uno scherzo a Putin, se avete il coraggio”. E infine un post-scriptum: “P.S. Per Palazzo Chigi. Amici dell’intelligence, avete l’intelligence? Usatela. Se vi chiamano Ciccio formaggio, Braccobaldo Bao, Kiss Me Licia, Tonio Cartonio e Lupo Lucio dicendo che sono diplomatici del Mozambico ditegli che hanno sbagliato numero”. Battutine, sarcasmo e cattiverie. Al che tra i “laudatores” del programma nella pagina X si fa strada un commento opportuno: ne avete per tutti e “Per Soumahoro nulla?”. Già, dimentichi che il parlamentare con gli stivali infangati era divenuto un’icona anche grazie a “Che tempo che fa?” gli autori “sorvolano” sullo scandalo in cui sono cadute moglie e suocera: con un diluvio di soldi pubblici impiegati per tutto tranne che per i migranti. Già, curiosa la “letterina” selettiva… neanche un po’ di ironia.