La lezione della Cisl a Landini, Sbarra: “Le polemiche non servono a nessuno. Bisogna pensare al Paese”
Alla manovra riconosce diversi elementi positivi, “che rispondono a nostre puntuali sollecitazioni”. Inoltre, piuttosto che perdersi in “polemiche sterili, che non giovano a nessuno”, bisognerebbe discutere “di come far ripartire il Paese, dando centralità e protagonismo al lavoro”. Mentre Maurizio Landini rinfocola lo scontro con governo e Garante, che hanno chiesto ragionevolezza negli scioperi, il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, rilancia la linea di responsabilità del proprio sindacato. “I nostri interlocutori sono governo e Parlamento”, ha ricordato, spiegando che, per questo, invece di aderire alla serrata indetta dalle altre due sigle che comporta ricadute su cittadini e imprese, la Cisl ha scelto di essere in piazza il 25 novembre, di sabato, con l’obiettivo di “rilanciare il tema di un moderno patto sociale”.
Il giudizio sulla manovra: “Accoglie diverse nostre sollecitazioni”
Intervistato dal Messaggero, Sbarra ha chiarito che la manovra non è affatto tutta da buttare, come sostiene Landini, che ancora oggi sul Corriere sosteneva che “rischia di mandare a sbattere il Paese”. La Cisl della Legge di bilancio ha invece dato “un giudizio articolato”, che tiene conto del fatto che “l’elemento più penalizzante è senza dubbio la portata limitata delle risorse, che frena ogni ambizione anticiclica”. “Ma va anche detto – ha precisato Sbarra – che diversi elementi rispondono a nostre puntuali sollecitazioni. Penso al taglio al cuneo contributivo, all’accorpamento delle due aliquote Irpef al 23%, all’innalzamento a 8.500 euro della no-tax-area anche per i lavoratori dipendenti. È importante l’azzeramento delle tasse sui fringe-benefit fino a 1.000 euro per i lavoratori che non hanno carichi familiari e la proroga della detassazione al 5% sui frutti della contrattazione decentrata. E poi ci sono 8 miliardi – 5 per il pubblico impiego, 3 per il sistema sanitario – che consentono di avviare la fase dei rinnovi dei contratti e di pagare ai lavoratori pubblici già a dicembre una indennità legata alla vacanza contrattuale. Ci sono misure di sostegno alle famiglie, alla natalità, tutte misure che senza tavoli di confronto e senza mobilitazione non ci sarebbero state”.
La scelta della Cisl di non aderire allo sciopero generale
Insomma, di cose buone ce ne sono, e parecchie. Ciò detto, il sindacato, nella legittimità del proprio ruolo, parla anche di “ombre”: dalle pensioni al lavoro nel comparto della sanità, dalle assunzioni nella pubblica amministrazione alla richiesta di stabilizzare alcune misure come quelle sul cuneo. Critiche rispetto alle quali, però, il metodo non è quello del muro contro muro, ma della ricerca del confronto col il decisore politico, facendo salvi i cittadini. “La Cisl sarà in piazza a Roma, in Piazza Santi Apostoli, il 25 novembre per animare una manifestazione nazionale. Sarà un sabato – ha chiarito Sbarra – per limitare i disagi ai cittadini, per non caricare di ulteriori sacrifici i lavoratori con l’astensione di una giornata lavorativa ed evitare di portare nelle aziende le tensioni che nulla hanno a che vedere con il mondo delle imprese”. “I nostri interlocutori – ha quindi proseguito il segretario della Cisl – sono governo e Parlamento: a loro intendiamo rivolgerci. Per questo rilanceremo il tema di un moderno patto sociale che dia risposte concertate alla politica di sviluppo di questo Paese, a cominciare dal sostegno di salari e pensioni, da una nuova politica dei redditi, da investimenti e riforme che elevino qualità e quantità del lavoro, di un nuovo orizzonte di partecipazione nelle relazioni industriali”.
Sbarra. “In Italia le regole sullo sciopero sono chiare. Le polemiche non servono a nessuno”
Sullo scontro di questi giorni sullo sciopero indetto da Cgil e Uil, poi, Sbarra ha ricordato che “in Italia le regole sullo sciopero sono chiare, a garanzia sia dei sindacati sia dei cittadini. La legge 146 fissa dei vincoli precisi al fine di contemperare il diritto costituzionale allo sciopero con quello delle persone a usufruire dei diritti essenziali”. Dunque, “quelle di questi giorni ci sembrano delle polemiche sterili, che francamente non servono a nessuno. Discutiamo piuttosto – ha ammonito – di come far ripartire il Paese, dando centralità e protagonismo al lavoro”. Infine, rispondendo a una domanda di Luca Cifoni, che firma l’intervista, sull’incontro con il Pd e sul tema del salario minimo, il segretario della Cisl ha ribadito che “per noi il riferimento fondamentale resta il contratto. Lo abbiano ribadito anche ieri al Pd”. “Pur condividendo gli obiettivi della proposta sul salario dignitoso, per la Cisl lo strumento migliore resta quello di rinnovare ed estendere contratti maggiormente diffusi e applicati. Un salario fissato per legge farebbe esplodere il lavoro nero, darebbe la stura a tante azienda ad uscire dalla cornice dei contratti collettivi attestandosi sui minimi per legge, renderebbe più difficili i rinnovi per la fascia media. E dunque, complessivamente, schiaccerebbe la dinamica retributiva verso il basso”, ha chiarito Sbarra, che oltre che il merito ha di fatto chiarito anche il metodo del suo sindacato: dialogo con tutti e autonomia delle posizioni.