Israele, Blinken: “Troppi palestinesi sono stati uccisi, troppi hanno sofferto. Si deve fare di più”
Non c’è alcun accordo tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi. A riferirlo è stata la tv Kan, che ha citato una fonte del governo israeliano. La precisazione si connota come una risposta di Tel Aviv alle indiscrezioni di Al Arabiya, che, citando proprie fonti, aveva diffuso la notizia di un accordo “raggiunto per uno scambio umanitario di prigionieri tra Hamas e Israele”. L’accordo, aveva sostenuto l’emittente, consiste “nel rilascio delle prigioniere e dei minori palestinesi nelle carceri israeliane in cambio di 100 ostaggi, donne e minori, detenuti da Hamas”.
Nessun accordo sugli ostaggi. L’Idf: “Ci vuole tempo”
Dunque, sul fronte degli ostaggi nulla cambia, mentre proseguono trattative, azioni diplomatiche e di sensibilizzazione per cercare di sbloccare la situazione: l’Unicef ha rilanciato il proprio appello a liberare almeno i minori; i familiari di quanti si trovano nelle mani di Hamas hanno inviato un video di ringraziamento al Papa; lo sceicco del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani si è recato in Egitto per colloqui che dovrebbero concentrarsi sul tema. “I colloqui sugli ostaggi richiederanno tempo”, ha detto in una conferenza stampa il portavoce delle Forze di difesa israeliane Daniel Hagari, invitando a “non fidarsi dei resoconti che non arrivano direttamente dalle Idf”.
L’ospedale Al Nasr circondato dai tank israeliani
Parallelamente alla situazione degli ostaggi resta al centro dell’attenzione internazionale quella dei civili nella Striscia di Gaza. La situazione si fa sempre più drammatica: tra le notizie giunte oggi anche quella dei tank israeliani che hanno circondato l’ospedale l’ospedale Al Nasr. “Siamo completamente circondati, ci sono carri armati fuori dall’ospedale e non possiamo andarcene”, ha riferito alla Cnn il direttore della struttura, Mustafa al-Kahlout, responsabile anche dell’ospedale pediatrico Al Rantisi, nel nord della Striscia, il quale ha chiesto assistenza alla Croce Rossa per l’evacuazione. “Non abbiamo elettricità, non abbiamo ossigeno per i pazienti, non abbiamo medicine e acqua. Non conosciamo il nostro destino”, ha aggiunto.
L’esercito annuncia: “Prese roccaforti di Hamas e uccisi 150 terroristi”
Il complesso ospedaliero è vicino al quartiere di Sheikh Radwan e al campo profughi di Al Shati, dove sono stati segnalati combattimenti a terra da parte delle Forze di difesa israeliane (Idf) e di Hamas. L’Idf ha annunciato di aver preso il controllo del principale avamposto di Hamas nell’area del campo profughi. I soldati – ha riferito un portavoce dell’esercito, secondo quanto riporta Haaretz – hanno distrutto il quartier generale militare e le postazioni di lancio. L’Idf, annunciando di aver aver catturato le roccaforti militari di Hamas a nord di Gaza City, ha anche riferito di aver ucciso circa 150 terroristi nell’operazione.
Il no di Netanyahu alle forze internazionali a Gaza
Il premier Benjamin Netanyahu nel corso di un incontro con i sindaci delle comunità lungo il confine con Gaza ha affermato, secondo quanto riferito da un suo portavoce citato dal Times of Jerusalem, che “le forze di difesa israeliane manterranno il controllo della Striscia, non lo daremo a forze internazionali”. Dichiarazioni che suonano come un no all’idea, più volte avanzata in questi giorni dagli americani, di una forza internazionale, possibilmente con truppe dei Paesi arabi confinanti, per garantire la sicurezza a Gaza in un periodo di transizione prima di poterla riconsegnare ad un governo palestinese che riunisca Gaza e Cisgiordania. Washington auspica che questo governo sia guidato dall’Anp, il cui leader Mahmoud Abbas, secondo quanto riferito dal Guardian, ha dato la disponibilità ad assumere la responsabilità, nel quadro di una soluzione politica complessiva della questione palestinese che includa i territori della Cisgiordania, Gerusalemme est e della Striscia di Gaza.
I paletti Usa a Israele
L’impegno Usa per una “governance palestinese per Gaza e la Cisgiordania, in modo unificato” è stato ribadito anche oggi dal segretario di Stato Antony Blinken nel corso della sua visita a New Delhi. “Niente sfollamento forzato dei palestinesi da Gaza. No all’uso di Gaza come piattaforma per lanciare attacchi terroristici o di altro tipo contro Israele. Niente riduzione del territorio di Gaza e un impegno alla governance palestinese per Gaza e la Cisgiordania, in modo unificato”: queste sono, ha detto Blinken, alcune delle “idee presentate” e “condivise da altri”. “Abbiamo piani concreti, cose concrete su cui lavoriamo” per aumentare l’assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza, ha assicurato il segretario di Stato Usa, precisando che in questo momento si è nella fase di passaggio “dall’intesa all’attuazione”.
Blinken: “Troppi palestinesi sono stati uccisi, troppi hanno sofferto. Si può e si deve fare di più”
Prosegue dunque il pressing Usa per la salvaguardia dei civili palestinesi, un tema rispetto al quale Blinken oggi ha usato parole mai così ferme. “Troppi palestinesi sono stati uccisi, troppi hanno sofferto nelle ultime settimane” e “vogliamo fare tutto il possibile per evitare danni e aumentare l’assistenza per loro”, motivo per cui “continueremo a parlare con Israele dei passi concreti da fare per questi obiettivi”, ha detto. Blinken, che ha ribadito anche l’impegno per “riportare a casa gli ostaggi”, ha lodato Israele per l’annuncio delle pause umanitarie quotidiane a Gaza, riconoscendole come progressi, ma “si può e si deve fare di più per ridurre i danni per i civili palestinesi”, ha precisato.