Indi Gregory, rimandata la decisione sul fine vita. Si cerca di trasferire il caso a un giudice italiano
Per Indi Gregory c’è ancora speranza. “Tutto rinviato. Domani alle ore 12 udienza in Court of Appeal”, ha scritto Simone Pillon, avvocato dei genitori della bimba, su X. . “Nel frattempo”, ricorda Pillon, sono state “attivate dall’Italia le procedure ex articolo 9 e 32 della Convenzione dell’Aja. I genitori di Indi ancora ringraziano di cuore l’Italia per quello che sta facendo. La speranza divampa”.
“L’Appello sulla possibilità di trasferire la giurisdizione del caso di Indi a un giudice italiano verrà discusso domani, alle 12.00 (le 13 in Italia) – spiega l’associazione Pro vita – Di conseguenza il termine per il distaccamento dei supporti vitali è prorogato fino all’esito di tale udienza”. Questo è stato possibile “poiché è stata attivata la procedura dell’articolo 9, ovvero il giudice competente italiano si è messo in contatto con il giudice competente inglese e gli atti sono stati trasmessi alla Corte d’Appello”.
Le macchine per indi avrebbero dovuto fermarsi nel primo pomeriggio. “Sono solo concentrato sul salvare la vita di mia figlia e fare ciò che è nel migliore interesse di Indi”. Così si era espresso stamane Dean Gregory, il papà della piccola, affetta da una rara malattia del Dna mitocondriale. E per la quale è stata disposta l’interruzione dei supporti vitali.
“Lei merita una possibilità”, ha spiegato alla ‘Bbc’, dopo l’ultima pronuncia del giudice che ha negato anche la possibilità di gestire il fine vita a casa. In quanto ritenuto non nel miglior interesse della bambina e “quasi impossibile” da realizzare al domicilio senza rischi di complicazioni. Ma il papà obietta: “Ha un Paese che si offre di pagare per tutto: dobbiamo solo portarla lì, così non costerà nulla all’ospedale o al governo”.
I medici che curano Indi al Queen’s Medical Center di Nottingham ribadiscono di non poter fare altro per lei. I genitori avevano chiesto che potesse tornare nella loro casa a Ilkeston, nel Derbyshire. Un’opzione che non è stata ritenuta praticabile. La famiglia farà appello, come spiegato dal Christian Legal Centre, che li sostiene.
“Tutti pensano: ‘perché non la lasciano andare?’. Non hanno nulla da perdere”, riflette Dean Gregory che si è detto sicuro del fatto che se Indi avesse avuto il permesso di viaggiare in Italia, avrebbe potuto essere salvata. Keith Girling, direttore medico del Nottingham University Hospitals (NUH) Nhs Trust ha dichiarato di essere consapevole del fatto che “è un momento incredibilmente difficile per Indi e la sua famiglia, e i nostri pensieri sono con loro oggi. A seguito della decisione dell’Alta Corte, la nostra priorità – ha assicurato – rimarrà quella di fornire a Indi cure specialistiche adeguate alle sue condizioni e in linea con le indicazioni della corte, sostenendo la sua famiglia in ogni modo possibile”.