Delmastro, il centrodestra fa quadrato. Il Pd chiede la sfiducia e rimedia un’altra figuraccia

29 Nov 2023 19:20 - di Gigliola Bardi
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Il rinvio a giudizio del sottosegretario Andrea Delmastro in relazione al caso Cospito, deciso dal Gup nonostante il pm avesse chiesto il non luogo a procedere, offre l’occasione alla sinistra per collezionare una nuova brutta figura. Il Pd, infatti, subito dopo la pubblicazione della notizia è corso a chiedere una mozione di sfiducia, che è buona solo per fare ammuina e confermare sia la totale mancanza di argomenti sia la cultura giustizialista che albergano da quelle parti. La mozione, infatti, non ha alcuna possibilità di passare: non solo tutto il centrodestra ha fatto quadrato intorno a Delmastro, ma pure nell’opposizione c’è chi si è sfilato dalla deriva giacobina che la muove.

Fazzolari: “Per Delmastro rinvio a giudizio inconsueto. La mozione di sfiducia finirà in nulla”

“I dem hanno tutto il diritto di presentare una mozione di sfiducia, è nelle loro possibilità. Ma ovviamente la sfiducia a Delmastro finirà in un nulla di fatto, perché il sottosegretario otterrà la piena fiducia da parte del Parlamento”, ha commentato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, sottolineando inoltre che “credo sia inconsueto il rinvio a giudizio per Delmastro dopo la richiesta di non procedere da parte del Pubblico ministero”.

L’ammuina di Pd e compagni

A dare notizia della richiesta di calendarizzazione della mozione di sfiducia è stata la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, al termine della riunione dei capigruppo. Il capogruppo di M5S, Francesco Silvestri, ha poi precisato che la mozione di censura – l’equivalente della sfiducia per i sottosegretari – è stata presentata unitamente anche con le altre forze di opposizione. Angelo Bonelli di Avs, che con il suo esposto ha portato all’apertura dell’inchiesta a carico di Delmastro per violazione del segreto d’ufficio, del sottosegretario ha chiesto anche le dimissioni. Tanto Braga, quanto  Bonelli, inoltre, hanno tentato di tirare in ballo anche il ministro Nordio, dando la misura esatta di quanto in realtà l’anomala vicenda giudiziaria del sottosegretario sia solo il pretesto per sollevare un polverone contro il governo.

Ilaria Cucchi dimentica la differenza tra rinvio a giudizio e condanna

In questa foga, c’è anche chi, come Ilaria Cucchi, si è fatto prendere la mano, sentenziando che “come volevasi dimostrare, il sottosegretario Andrea Delmastro ha spifferato notizie riservate, che non dovevano essere per alcun motivo divulgate. Il rinvio a giudizio del sottosegretario è la conferma di quanto diciamo da tempo”. Cucchi, insomma, sembra aver dimenticato la differenza tra rinvio a giudizio e condanna, e sì che fa pure il vicepresidente della Commissione Giustizia al Senato.

Foti: “Parlano di Costituzione e poi dimenticano i fondamenti dello Stato di diritto”

“Sono semplicemente vergognose le prese di posizione – ora di giubilo, ora di gaudio – di alcuni avversari politici, successive alla notizia del rinvio a giudizio del sottosegretario Delmastro. E pensare che sono gli stessi che evocano a ogni piè sospinto quella Costituzione che invece calpestano non appena il personale interesse politico lo richiede”, ha commentato il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, manifestando la vicinanza personale e del gruppo a Delmastro. “Se basta un rinvio a giudizio per rianimare i mai sopiti animi dei giustizialisti in servizio permanente effettivo, siamo fieri di essere schierati sul fronte opposto di una sinistra priva di idee e dei principi fondamentali dello Stato di diritto”, ha proseguito Foti.

Malan: “Le circostanze del rinvio a giudizio dovrebbero indurre alla moderazione e alla riflessione”

“Anche oggi le opposizioni si sono esercitate in quello che è diventato ormai il loro passatempo quotidiano e cioè chiedere le dimissioni di esponenti del governo”, ha commentato il capogruppo al Senato di FdI, Lucio Malan. “Stavolta è toccato al sottosegretario Delmastro, rinviato a giudizio dal Gup di Roma nell’ambito del procedimento che lo vede accusato di rivelazione del segreto d’ufficio per la vicenda di Alfredo Cospito. Rinvio a giudizio deciso nonostante la Procura della Repubblica di Roma avesse chiesto il non luogo a procedere. Già questo – ha sottolineato – dovrebbe indurre tutti a una maggiore moderazione ed a un supplemento di riflessione, oltre a considerare che in Italia vige lo Stato di diritto e quindi il principio della non colpevolezza”.

Antoniozzi: “Sinistra agganciata a una cultura giacobina”

Di “sconcerto” per la mancanza di “qualsiasi contenuto liberale e costituzionale” da parte del Pd ha parlato poi il vicecapogruppo di FdI, Alfredo Antoniozzi. “Chiedere le dimissioni di Delmastro perché è stato rinviato a giudizio significa essere agganciati a una cultura giacobina, che mortifica il senso della separazione dei poteri. Sono trent’anni che l’Italia è ostaggio, a causa degli eredi di un determinato partito politico, di una volgarità giuridica che mortifica la Costituzione. Delmastro è un galantuomo ma ciò che intristisce è che c’è una parte della politica italiana che insegue il giustizialismo”.

Il centrodestra fa quadrato e anche nell’opposizione c’è chi si sfila

Ma vicinanza a Delmastro e condanna per la deriva giustizialista del Pd sono state espresse da tutto il centrodestra: dal portavoce e vicepresidente del gruppo di FI alla Camera Raffaele Nevi al sottosegretario leghista alla Giustizia Andrea Ostellari, da Maurizio Lupi di Noi Moderati ad Antonio De Poli dell’Udc, fino Gianfranco Rotondi della Dc con Rotondi. E anche dalla stessa opposizione c’è stato chi ha criticato apertamente la posizione dem: “L’opposizione si fa in Parlamento non in tribunale”, ha ricordato il deputato di Azione Enrico Costa.

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