“Cara Schlein, il tempo è finito: ridacci il Pd”: l’Unità di Sansonetti chiede la testa della segretaria dem
“Cara Schlein, il tempo è finito: ridacci il Pd che serve all’Italia”. Non lascia molto spazio all’immaginazione il titolo di prima pagina dell’Unità. Piero Sansonetti non fa sconti alla segretaria dem, inadeguata alla bisogna e dunque pericolosa. Lo storico giornale della sinistra fondato da Antonio Gramsci è stanco della capitana del Pd, dovrebbe farsi da parte, cambiare mestiere.
L’affondo dell’Unità; la Schlein è inadeguata
La sostanza dell’editoriale del direttore è chiara: Schlein ha addormentato il partito con una presunta innovazione e una linea perdente, incomprensibile e ondivaga. Sansonetti esce allo scoperto e chiede un “gesto di grande responsabilità. Non c’è tempo da perdere. Il Pd non può restare a sonno. Va rimesso in pista, deve tornare nel gorgo della lotta politica. Con Schlein questo non è possibile”.
“Tempo scaduto, ridacci il Pd che serve all’Italia”
Sansonetti, giornalista di vecchia data, grillo parlante della sinistra, non usa il fioretto. “Elly Schlein è segretaria del Pd da otto mesi. Finora la sua segreteria non ha prodotto nulla. Il Pd oggi è un partito fantasma”. Poi si entra nel merito. “L’unica battaglia che ha combattuto, e perso, è quella per il salario minimo. Che poi non è stata una iniziativa del Pd. Il Pd si è limitato ad accodarsi ai 5 Stelle”. L’Unità, che non è più l’house organ del Pd ma resta un foglio di provata fede progressista, traccia un identikit a tinte fosche della compagna Elly.
“Parlamentare priva di storia ed esperienza”
“Una parlamentare priva di storia politica, di esperienza e di conoscenza politica. Del tutto estranea alla vita del partito. E che fino a questo momento si è mostrata incapace di esprimere una qualsiasi linea politica”. La bocciatura è totale perché l’ondeggiare e il linguaggio criptico non pagano, specie di fronte a una maggioranza coesa e agguerrita. “Nessuno riesce neppure a immaginare quale idea di paese abbia l’onorevole Schlein”, scrive Sansonetti che giudica il Pd attuale “un’ameba”.
Sul Medioriente il Pd non è pervenuto
L’Unità sogna un partito identitario, con posizioni di sinistra chiare, soprattutto in politica estera dove il Pd non è pervenuto. “L’apice della non esistenza è stato raggiunto in queste settimane con la guerra in Medio Oriente. Di fronte a tutto questo il Pd ha scelto la sua linea: il silenzio”. Il diretto del foglio ex comunista, molto critico con Israele, garantista doc, non può tollerare un Nazareno senza voce sullo scontro tra Hamas e Tel Aviv.
Il Pd è ricotto a un circolo volenteroso
Il giudizio finale non si discosta molto da quello del governatore della Campania: la Schlein rappresenta un tentativo di togliere potere ai vecchi dirigenti del Pd per promuovere “un piccolo circolo, forse volenteroso, ma del tutto inadeguato”. Parole che fanno più male se provengono da un quotidiano simbolo, icona storica del progressismo italiano.
Una lunga a storia giornalistica a sinistra
Poco ortodosso, fustigatore della sinistra da sinistra, Sansonetti non può certo essere ascritto alla lista dei simpatizzanti del governo (anche se in alcune occasioni ha mostrato benevolenza verso Giorgia Meloni). La sua storica giornalistica lo dimostra: a partire dalle prime mosse nella redazione dell’Unità nel 1975, quando il giornale era l’organo ufficiale del Pci, dove è rimasto per trent’anni. Poi Liberazione, quotidiano ufficiale di Rifondazione Comunista. Via via fino al Riformista come direttore, oggi in mano a Renzi, per ritornare all’Unità e processare la nuova segretaria fallimentare di quello che resta del Pci-Pds-Pd.