Calderoli: “Addio voltagabbana con la riforma del premierato. Gli italiani ci daranno ragione”
“Tutti si concentrano sulla figura del premier. Ma il punto è il governo di legislatura. Un governo solo che per cinque anni si confronta con l’estero, con l’Europa, con i governatori. La polpa è li'”: in una intervista al “Corriere della Sera“ Roberto Calderoli illustra il ddl sull’elezione diretta del presidente del Consiglio, approvato venerdì dal Cdm. E il ministro leghista alle Autonomie ne è convinto: “Entro la legislatura approveremo sia il premierato sia l’Autonomia”.
Altre riforme sono state approvate dal Parlamento e poi bocciate dai cittadini: “È vero. Sia la mia riforma federalista sia quella di Matteo Renzi. Ma stavolta le modifiche sono circoscritte. E semplici. Le precedenti, invece, riscrivevano parti importanti della Carta. Forse perché la materia era troppo vasta, forse perché alcuni argomenti dei 20 affrontati non erano condivisi, è andata come è andata. Ma oggi sono convinto che il popolo darà il consenso. Che è la cosa più importante”. Lo sottolinea “perché l’articolo 1 della Costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo. E qui si attua un punto cruciale: chi governa e’ scelto dal popolo. Che può sbagliare, ma è la democrazia”. È certo che in Parlamento non si troveranno i voti necessari a evitare il referendum: “Sì, i due terzi non si raggiungeranno mai. Il confronto è con le opposizioni che, prima ancora di leggere il testo, hanno annunciato i comitati del no. Ho appena fatto le vaccinazioni, non ne faro’ una malattia. Ed e’ giusto che decida il popolo”.
Calderoli: approveremo la riforma del premierato col referendum
Il ruolo del capo dello Stato non sarà sminuito: “Niente affatto. Conferirà il ruolo di premier a chi ha vinto le elezioni, come è sempre stato. Potrà scegliere il successore, purché in Parlamento e tra gli eletti in una lista collegata al presidente. E continuera’ a nominare i ministri. Mi pare un ottimo equilibrio tra valore attribuito al popolo e prerogative del presidente”. Il premier eletto non trasformerà il Parlamento nel Consiglio comunale d’Italia: “Con il sindaco d’Italia poteva succedere: o così, o tutti a casa. Con la possibilità di un cambio durante la legislatura, il potere di ricatto mi pare molto attenuato”. “Se sbagli il primo premier – aggiunge -, ci può stare. Ma se ne sbagli due… allora sì: vai a casa”. Il premier Giorgia Meloni ha ribadito che l’autonomia differenziata va di pari passo con il premierato: “Sono due punti programmatici del governo. Tutti e due si devono fare. Punto. Potrà arrivare prima l’una o l’altra perché i percorsi sono complicati: dopo l’Autonomia ci sarà il passaggio di consegne alle Regioni, e con il premierato bisognerà cambiare la legge elettorale. Ma entro la legislatura le riforme saranno compiute”, ha concluso Calderoli.