Augias va a La7 e fa il “martire”: “Questa Rai non mi piace. Dilettantismo e improvvisazione”. Fiorello ironizza
Corrado Augias va ad infoltire il “martirologio” di coloro che decidono di andare via dalla Rai senza che nessuno li abbia mandati via. Il conduttore di fortunati e popolari programmi andrà a La7 e lo annuncia in una lunga intervista al Corriere della Sera firmata da Aldo Cazzullo; conduttore anch’ egli di di un programma sulla rete di Urbano Cairo. “Dopo 63 anni lascio la Rai”, afferma. Risponde che lo fa per sfida ad una domanda in cui Cazzullo gli ricorda alcuni pronunciamenti del passato: «La Rai è la mia vita, è la mia casa. Non la lascerò mai». Ora, afferma Augias, «passo alla 7. Da lunedì 4 dicembre. Ho ceduto dopo anni al corteggiamento di Urbano Cairo e poi anche del direttore Andrea Salerno. Per il gusto della sfida». Potrebbe finire qui. Il gusto di rimettersi in gioco su un’altra Rete dopo grandi successi – tutti rievocati nel lungo colloquio- è una ragione sacrosanta. Eppure, non manca il condimento dell’acidità in questo addio.
Augias: “Questa Rai non mi piace. Devo lavorare con persone che mi piacciono”
Anche l’ideatore di Telefono giallo e Babele non rinuncia a gettare un po’ di veleno sulla Rai targata centrodestra. «Nessuno mi ha cacciato, ma nessuno mi ha trattenuto. A 88 anni e mezzo devo lavorare in posti e con persone che mi piacciono; e questa Rai non mi piace». Giudizio senza appello. Questo nuovo corso di viale Mazzini ha aperto una fase nuova. Un’azienda concepita come servizio pubblico che dà spazio al pluralismo delle idee, ai nuovi talenti non va giù a lui come ad altri suoi predecessori – dalla Annunziata a Fazio a Gramellini-; che al solo sentire aria nuova e non più sintonizzata solo sul pensiero unico della sinistra, si sono straniti. Dunque, Augias bolla la Rai in malo modo e delegittima questa nuova governance. “Non mi piace perché non amo l’improvvisazione. E in Rai oggi vedo troppa improvvisazione, oltre a troppi favoritismi. La tv è un medium delicatissimo. Deve suscitare simpatia, nel senso alto dell’espressione».
Augias: “In Rai improvvisazione e favoritismi”
E naturalmente rimpiange chi oggi non c’è più. Augias recrimina sull’allontamento di alcune figure. «Ad esempio Stefano Coletta. Grande uomo di prodotto, che rilanciò Rai3. L’hanno messo in un angolo». Già, la Rai non piace più, diventa meno “casa” quando non è il centrosinistra a dettare le regole e le nomine. Va detto che almento Augias ci risparmia il piagnisteo social che stanno continuando a fare Saviano e Fazio: questo con le sue frecciatine che lancia dal Nove contro il servizio pubblico; e lo scrittore con il suo grido alla censura da instagram: recriminando sul suo programma, Insider,he doveva andare in onda in questi giorni. L’ad Sergio, per rispetto a codice etico – Saviano insultò il vicepremier Salvini- cancellò il programma, come fece per’altro con Filippo Facci.
Fiorello ironizza: “Tutta l’ignoranza rimane in Rai”
“Corrado Augias entra a far parte della squadra di La7 nell’ambito di un accordo biennale con la Tv del Gruppo Cairo Communication”. La stessa emittente ha diramato una nota; specificando che “da lunedì 4 dicembre in prima serata, nel nuovo programma dal titolo ‘La Torre di Babele’, Augias affronterà un tema storico in relazione all’attualità e al mondo contemporaneo”. Arriva tutta l’ironia di Fiorello, mentre sta conducendo “Viva Rai2”: “Su La7 ormai c’è solo cultura. Se n’è andato anche Augias, stanno tutti lì. Augias, Gramellini, Barbero, Cazzullo. Appena metti su La7 ti arriva una laurea a casa. Tutta l’ignoranza sta rimanendo in Rai. Siamo l’ignoranza artificiale“.