A quelli di Wired non è piaciuta la mostra su Tolkien. Cilli: “Volevano Frodo in carne e ossa?”

25 Nov 2023 12:15 - di Riccardo Angelini
Tolkien

A quelli di Wired la mostra su Tolkien non è piaciuta. Hanno “sbirciato”, c’è scritto nell’articolo dedicato, e hanno concluso che “la mostra non è un granché”. Ovviamente, si tratta di una valutazione viziata da pregiudizio. Noi abbiamo raccolto pareri molto differenti. Ma il punto non è questo.

Ci sono affermazioni, nell’articolo, abbastanza sorprendenti per la superficialità. Tutto già visto? Tutto già sentito? Il curatore Oronzo Cilli replica con una battuta: “E che volevano vedere? Tolkien redivivo? Frodo in carne e ossa?“. Ma sulla mancanza di materiali inediti Cilli respinge le critiche con sdegno: “Ci sono materiali, documenti, oggetti appartenuti a Tolkien e ai suoi familiari mai esposti in una mostra al pubblico. Se lo trovano poco interessante è un loro problema. C’è il baule della famiglia, ci sono i documenti della madre, c’è la copia del libro che gli regalò l’amico morto in trincea, ci sono lettere inedite di Tolkien. Abbiamo realizzato un’esposizione di 1300 oggetti, è la più grande mostra mai fatta in Italia su questo autore…“. Un articolo, dunque, tropo manicheo per risultare credibile.

Hanno anche scritto che i filmati non sono inediti. “E che c’entra? I filmati sono importanti perché lì lui spiega come concepire la sua opera. Potevamo dirlo noi, ma così avremmo interpretato. Lo abbiamo fatto dire a lui. E’ stata una precisa scelta“.

Tra le critiche più ridicole quella secondo cui i pezzi esposti non meritavano lo sforzo fatto. Si vuol dire implicitamente che la mostra è costata troppo? Si è parlato di 250mila euro, ma le mostre in media costano almeno un milione di euro, come quella su Calvino, per esempio. A Roma per le mostre al Colosseo e dell’ex sovrintendenza in un anno si sono spesi 3 milioni. Senza contare che grazie a Tolkien stanno andando allo Gnam tante persone che mai vi avrebbero messo piede. I numeri “sono sorprendenti”, dicono dalla Galleria di arte moderna. Cilli conferma: “I numeri sono molto buoni, ma è ancora presto per un bilancio”.

 

 

 

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