Ztl, corteo contro Gualtieri (che canta vittoria) e pressing di FdI contro il blocco. Ora la parola al governo
La furbizia non gli manca. Sulla delibera-incubo che prevede il blocco della circolazione nella fascia verde della Capitale, il sindaco Gualtieri ha fatto marcia indietro ma si è venduta la pelle dell’orso prima di averlo catturato. Ieri ha annunciato in favore di telecamere lo slittamento di un anno del provvedimento che porta la sua firma. Grazie – ha detto – al dialogo e alla collaborazione istituzionale con la Regione Lazio. Ma si è intestato un risultato che non è ancora arrivato (che non è suo) e che non rassicura i cittadini.
Ztl, corteo cittadino contro Gualtieri
La furbizia non è basta al sindaco dem per evitare un corteo di centinaia di romani furiosi contro la ztl, che da Piazza Vittorio Emanuele si è concluso a piazza San Giovanni. “Noi vogliamo la libertà di circolare”, spiegano i promotori. I pannicelli caldi di Gualtieri non bastano. “Se io ho una macchina che è Euro 4 o Euro 3 e non ho i soldi per comprarne una nuova domani chi me li dà? Ma soprattutto qual è la mia libertà se tu mi dici che la devo buttare, non la posso parcheggiare, non posso transitare. Ribadisco è una lotta da cittadini liberi”. Cittadini che non vogliono essere etichettati né essere accostati ai “Santori di turno”. “Ma quale ambientalismo, ma quale ecologia, ztl ti spazzeremo via” è uno degli slogan più gettonato.
FdI in Comune, Regione e Parlamento
Lo slittamento di un anno è un primo risultato frutto del pressing di Fratelli d’Italia che in Campidoglio, alla Regione Lazio e in Parlamento ha guidato la campagna contro la delibera eco-chic del sindaco. Ultima iniziativa l’appello nell’aula di Palazzo Madama dei senatori Lavinia Mennuni e Andrea De Priamo che, intervenendo nel dibattito sul dl Aria, hanno invitato il sindaco a fermarsi. E bloccare il provvedimento che avrebbe danneggiato oltre 400.000 automobilisti, costretti a cambiare la macchina o a non poter circolare più. All’appello si affianca una proposta di legge (a firma Mennuni-De Priamo) che prevede che tutte le limitazioni della circolazione privata siano condizionate a un’implementazione del servizio di trasporto pubblico e ad adeguati incentivi per l’acquisto di auto non inquinanti.
I buchi neri di una delibera ideologica
La delibera emanata dal sindaco nel 2022 in un solo colpo accentua la marginalità sociale a discapito dei romani meno abbienti, porta al collasso il trasporto pubblico già insufficiente, riduce l’indotto economico del circuito della macchine d’epoca (anche queste colpite dal furore ideologico dell’ambientalismo di sinistra) e vìola il principio costituzionale che tutela sì la salute pubblica ma prevede anche la libera circolazione dei cittadini.
Rampelli: il piano Zingaretti è vecchio del 2018
Il governatore del Lazio Francesco Rocca ha fatto la sua parte nel dialogo con il Comune di Roma, così come l’assessore regionale all’Ambiente Elena Palazzo. Fabio Rampelli, tanti anni tra i banchi dell’Aula Giulio Cesare, ha acceso i riflettori sulla natura di un provvedimento privo di senso. Il piano sulla qualità dell’aria, lasciato in eredità dall’ex governatore Zingaretti è roba vecchia superata dai nuovi numeri. “Quel piano – spiega il vicepresidente della Camera – si basava sulle rilevazioni delle centraline del 2018 che nel frattempo non esistono più. L’Arpa Lazio, agenzia regionale per la protezione ambientale, oggi ha certificato che rispetto al 2018 l’inquinamento da Nox e Pm10 è sotto i livelli massimi consentiti in dieci centraline su dodici”. Insomma la delibera “green” non ha ragione di esistere.
Ora la parola passa al governo
Al netto del ripensamento del sindaco per tentare di evitare la rivolta dei romani, come osserva il consigliere capitolino di FdI Federico Rocca, ora sarà il governo Meloni a intervenire con un decreto ad hoc, previsto nei prossimi giorni. Che mira a incidere realmente sulla qualità dell’aria eliminando provvedimenti ideologici che danneggiano i cittadini.