Wagner dietro gli sbarchi in Sicilia: l’audio di un mercenario russo conferma l’allarme di Crosetto
I mercenari di Wagner sono stati inviati anche in Sicilia. «E c’era forte competizione per andarci». Il racconto registrato a sua insaputa dalla sorella di un mercenario di Wagner a marzo del 2023, e spedito alle giornaliste investigative russe Sonya Groysman e Olga Churakova apre scenari sorprendenti. Le giornaliste russe l’hanno diffuso in Rete e il quotidiano La Stampa l’ha ripreso.
La rivelazione di due giornaliste investigative russe
Una testimonianza che combacia perfettamente con quanto denunciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto in quei giorni, che avvisò di un allarme su possibili interferenze dei mercenari nel traffico di migranti gestiti dalla Wagner. Nell’intecettazione l’uomo al telefono parla delle sue aspirazioni. Siamo prima del tentato golpe di giugno di Prigozhin e quindi prima anche della sua morte. Nella conversazione, a un certo punto, si parla dell’Italia. «Sì, c’è una possibilità che io venga mandato in una destinazione diversa dall’Ucraina dove sono stato, più lontana, Siria, Libia, o Artsakh, o Egitto. Non dico nulla delle altre due destinazioni che conosco con certezza, non per sentito dire, perché c’è una certa competizione per essere assegnati lì: sono la Sicilia e Cuba», dice.
Il capo della Wagner insultò Crosetto sugli sbarchi in Sicilia
Dopo le accuse del governo italiano, aveva respinto al mittente le accuse lo stesso fondatore e capo della brigata Wagner, Yevgeny Prigozhin, poi deceduto in un incidente aereo. Dopo che il ministro della Difesa Guido Crosetto, oltre che quello degli Esteri Antonio Tajani, aveva accusato il gruppo di mercenari russi di mettere in atto una «guerra ibrida» contro l’Italia, favorendo la migrazione dai Paesi africani in cui è impegnato. «Crosetto dovrebbe guardare meno in altre direzione e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere – aveva tuonato Prigozhin in un audio postato sul canale Kepka Prigozhina (“il berretto di Prigozhin”) – Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci». Prigozhin era arrivato anche a insultare Crosetto, chiamandolo «mudak», che in russo significa sostanzialmente «stronzo». Accuse che, invece, se fosse confermata l’intercettazione avrebbero un solido fondamento.