Trump in tribunale a New York contro tutti: questo processo è una “caccia alle streghe”
Prima udienza in tribunale a New York per l’ex presidente Donald Trump. Il magistrato Arthur Engoron, che presiede il processo all’ex presidente, ha permesso telecamere e fotografi in aula prima dell’inizio del dibattito. L’ex presidente scuro in volto era in mezzo ai suoi avvocati difensori. Letitia James, la grande accusatrice, era in seconda fila, dietro il banco del pubblico ministero.
L’udienza si è tenuta per determinare la penalizzazione che la Trump Organization dovrà pagare. L’Attorney General di New York chiede una “multa” di 250 milioni di dollari e una serie di sanzioni che limiteranno la capacità della holding dell’ex presidente di svolgere affari a New York. Una decisione pesantissima che impone un supervisore per amministrare le società e, soprattutto, il ritiro di tutte le licenze commerciali emesse dallo stato di New York alla Trump Organization. Una decisione che in pratica paralizza la holding dell’ex presidente.
«Sono in tribunale per difendere la mia reputazione. Tutto questo caso è una vergogna!», ha tuonato Trump ai giornalisti poco prima di entrare in aula, aggiungendo che Letitia James è «corrotta e razzista e che non bisogna credere a nulla di quello che viene detto in aula». E ancora: che il processo «è una caccia alle streghe». Quindi ha definito la decisione del magistrato Engoron «antiamericana», nonché parte di un complotto creato apposta per danneggiare la sua campagna presidenziale. Trump non era tenuto a comparire in tribunale per il processo, ma ha scelto di essere comunque in aula. Accanto all’ex presidente c’era Jason Miller, il suo stratega elettorale.
Il processo è il prologo a una maratona giudiziaria per il candidato repubblicano favorito nella corsa alle presidenziali del 2024. Oltre al processo civile che lo vedrà impegnato per alcune settimane, il prossimo 4 marzo dovrà comparire davanti a un tribunale federale di Washington con l’accusa di aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali vinte nel 2020 da Joe Biden. Successivamente dovrà rispondere anche in Florida per aver nascosto i documenti top secret che aveva portato via dalla Casa Bianca alla fine del suo mandato. Trump sta anche affrontando accuse penali in un caso presentato ad aprile dal procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg, in cui gli vengono contestati 34 capi di imputazione per falsificazione di documenti aziendali. In tutti i procedimenti giudiziari Trump si è dichiarato «non colpevole».
(Italpress)